Covid: tornano a salire casi e decessi. Ricciardi: “Emergenza sanitaria non finisce il 31 marzo”

Il quadro dipinto dal bollettino del ministero della Salute con i dati post fine settimana (e quindi più veritieri) è quello di un virus che non ha ancora mollato la prese

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse Nella Foto: Walter Ricciardi

MILANO – Tornano a salire i casi Covid in Italia mentre si conferma ancora in risalita la curva dei decessi, anche se frenano le ospedalizzazioni e aumentano i guariti.

Il quadro dipinto dal bollettino del ministero della Salute con i dati post fine settimana (e quindi più veritieri) è quello di un virus che non ha ancora mollato la prese e anzi, complice diversi fattori, sembra in ripresa in un momento in cui invece il Paese si prepara a riaprire.

Quello di martedì è infatti un vero balzo dei contagi passati in 24 ore a 60.191 contro i 22.083 registrati il giorno prima per un totale di 13.109.527. Salgono anche i decessi, con 184 vittime contro le 130 delle 24 ore precedenti e un totale 156.201.

Complice l’aumento dei tamponi processati, cala il tasso di positività: con 531.194 test processati il dato scende infatti all’11,3% contro l’11,3% delle 24 ore prima (-0,4%). Buone notizie arrivano dal versante guariti, passati a 57.408 dai 30.513 del giorno prima così come dalle ospedalizzazioni che tornano a calare: -18 in terapia intensiva e 592 in totale con 50 nuovi ingressi e -213 in reparto per un totale di 8.776.

In crescita anche gli attuali positivi al Covid con 3.161 casi in 24 ore e un totale di 1.011.521 persone alle prese con il virus: tornano sopra il milione le persone in isolamento domicilare con 1.002.153 registrati dal bollettino ministeriale.

Tutti dati che sono “un segnale d’allarme legato al fatto che la guardia è un po’ allentata”, ha spiegato Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica di Roma e consulente del ministro della Salute su Rai Radio1.

“Le vaccinazioni non stanno andando al ritmo che ci aspetteremmo. Stiamo assolutamente in tempo per evitarlo però non dobbiamo abbassare la guardia. Si chiude l’emergenza giuridica il 31 marzo ma questo non significa che è finita l’emergenza sanitaria. Questi segnali d’allarme depongono contro ogni tentativo di smantellare questi strumenti di protezione”, ribadisce Ricciardi che ammonisce anche sull’addo alle mascherine al chiuso.

Se le togliamo – ricorda Ricciardi – “è chiaro che, come si sta dimostrando in Inghilterra, Svizzera, Olanda, questo significa dare spazio libero a Omicron 2 che è ancora più contagiosa di Omicron 1 che era già più contagiosa di tutte le altre”.

di Lorena Cacace

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