Csm, le interferenze di Lotti per la nomina del Procuratore di Roma: “Si vira su Viola”

Le intercettazioni dell’ex ministro Pd sulla nomina del procuratore. Palamara: "Creazzo? Gli va messa paura"

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 20-11-2017 Roma Sport CONI. Stati Generali dello sport italiano Nella foto Luca Lotti Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 20-11-2017 Roma (Italy) SPORT CONI. General Assembly of italian sport In the pic Luca Lotti

ROMA – Si infittisce il caso Palamara che ha travolto il Csm. Ci sarebbero “interferenze illecite” dell’ex ministro e ora deputato Pd Luca Lottiin un centro di potere” esterno al Csm che influiva sulle nomine da compiere. Questo è quanto si legge negli atti del Gico della Guardia di finanza, depositati al Csm ed alla Procura di Perugia sull’indagine Palamara. Secondo il Gico tra le mosse “palesi quanto illecite da parte di soggetto rivestente la qualità di imputato” ci sono quelle per la Procura di Roma dove, afferma Lotti, “si vira su Marcello Viola“.

La cena con Lotti, il provvedimento disciplinare

Nei documenti diffusi in parta dal Sole 24 Ore si evince che un ruolo diretto l’avrebbe avuto anche Pierluigi Morilini, che avrebbe ammesso, in una lettera di dimissioni indirizzata al vicepresidente David Ermini, che durante l’incontro notturno tra Ferri-Lotti-Palamara ed altri giudici si è entrati nel merito di “attività consiliari“, ovvero la nomina del procuratore di Roma a seguito del pensionamento di Giuseppe Pignatone. Per il Gico sono diversi i voti che Morlini avrebbe raccolto attorno al nome dei Viola. Spunta anche il nome del procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, un altro candidato contrapposto al procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. Lo Voi viene ritenuto in continuità con Pignatone e quindi, dice Palamara, “gli va messa paura“. Insomma, la vicenda evolve ed assume tinte sempre più scure. Sono finiti sotto procedimento disciplinare promosso dal Pg della Cassazione Riccardo Fuzio, oltre a Morlini anche Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli e Antonio Lepre, presenti all’incontro.

Morlini si difende: “Errore di leggerezza”

Nella lettera ad Ermini, Morlini si difende. “Un errore di leggerezza“. Il togato parla di un semplice invito, di aver appreso con sorpresa della presenza di Lotti e di aver commesso un solo errore, non essersi “immediatamente allontanato, nonostante tutti noi parlassimo di questioni consiliari“. E infine afferma di aver agito “senza condizionamento politico o esterno”.

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