Cuba: Miguel Diaz-Canel, uomo del sistema pronto a succedere ai Castro

Il presidente cubano Raul Castro: lutto per il disastro aereo
AFP PHOTO / Adalberto ROQUE

L’Avana (Cuba), 18 apr. (LaPresse/AFP) – Uomo dell’apparato, 57 anni, Miguel Diaz-Canel Bermudez, primo vice presidente e numero due del governo cubano, è stato designato unico candidato a succedere al presidente uscente di Cuba Raul Castro. La sua nomina ufficiale come presidente del Consiglio di Stato, e dell’isola, dovrà essere confermata giovedì mattina con il voto dei deputati, ma è ormai certo che, per la prima volta da decenni, Cuba avrà un presidente che non porterà il cognome Castro, non farà parte della generazione storica del 1959, cioè quella che ha fatto la rivoluzione, non porterà l’uniforme militare e non sarà il primo segretario del Partito comunista cubano.

Nato dopo la rivoluzione, Diaz-Canel avrà il difficile compito di federare intorno alla sua figura, di consolidare i risultati della rivoluzione e di portare avanti la trasformazione economica avviata da Raul Castro. Dopo avere risalito in modo discreto le scale del potere, è stato incoronato braccio destro del presidente nel 2013, nella sorpresa generale, diventando di fatto il delfino naturale di Castro. E da quando è stato designato numero due dell’esecutivo lui, che si dice sia molto disponibile nonostante poco sorridente e dal talento di oratore relativo, ha assunto sempre più spazio sui media di Stato e ha spesso rappresentato Raul in missioni a Cuba e all’estero. “Non è né un parvenu né un intruso”, dice di lui il presidente uscente, sottolineando i suoi 30 anni di leale servizio e la sua “solida fermezza ideologica”.

Negli arcani del potere cubano, stonano il suo status di “civile” e il suo gusto per jeans e tablet. Ha saputo dare di sé un’immagine moderna facendosi difensore di una maggiore apertura dell’isola a internet e di una stampa che sia più critica. Dietro questa rappresentazione, tuttavia, ha provato in ogni modo a evitare le polemiche, non rilasciando interviste e non esprimendosi se non durante attività pubbliche o nell’anonimato delle riunioni a porte chiuse. I suoi sostenitori assicurano che “sa ascoltare” e insistono sulla sua semplicità. Sa però mostrarsi anche inflessibile, come è emerso l’anno scorso da un video fatto circolare dai dissidenti. Nelle immagini si vedeva che davanti ai quadri del partito predicava l’intransigenza contro i portali di notizie indipendenti su internet, una serie di ambasciate e naturalmente l’opposizione, che a Cuba è illegale.

Professore universitario all’inizio della sua carriera, questo ingegnere elettronico è diventato rapidamente un quadro del potente Partito comunista cubano (Pcc). Nel 1994 è stato nominato primo segretario del Pcc nella sua provincia, allora colpita come il resto del Paese dalla crisi causata dal tagli dei sussidi vitali di Mosca. Nel 2003, quando era in servizio nella provincia strategica di Holguin, nell’est, ricca di materie prime, fece il suo ingresso fra i 15 membri del bureau politico del partito, incarico indispensabile per chiunque aspiri al potere.

Altri dirigenti della sua generazione, come l’ex vice presidente Carlos Lage o gli ex ministri Roberto Robaina e Felipe Perez Roque, hanno avuto carriere più folgoranti, fino ad apparire dei potenziali delfini prima di lui, ma l’imprudenza li fece cadere in disgrazia. A maggio del 2009 Raul Castro, che tre anni prima aveva ereditato il potere dal fratello Fidel malato, lo convocò all’Avana per affidargli il ministero dell’Istruzione superiore, poi a marzo del 2012 ebbe accesso a una delle otto vice presidenze del Consiglio dei ministri. A quel punto non mancava altro che la sua presenza nel Consiglio di Stato, dove è entrato nel 2013 accedendo direttamente all’incarico di primo vice presidente, cioè numero due de facto del regime, relegando al rango di semplice vice presidente il suo predecessore, il vecchio compagno di strada dei Castro, José Ramon Machado Ventura, 87 anni.

Ma con la presidenza del Consiglio di Stato, Diaz-Canel diventerà di fatto capo dell’eseercito e dovrà fare i conti con la vecchia guardia dei comandanti “storici”, molti dei quali potrebbero occupare ancora alte posizioni in seno al Pcc e al governo. Un incarico che si preannuncia arduo per un uomo la cui esperienza militare è limitata a un servizio di tre anni in un’unità di missili anti-aerei fra il 1982 e il 1985. Padre di due figli avuti da un primo matrimonio, Diaz-Canel si è poi risposato con Lis Cuesta, accademica esperta di cultura cubana.

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