Dazi, terminati i colloqui tra Usa e Cina. Ora l’incontro con Xi Jinping

Il consigliere economico di Donald Trump, Larry Kudlow, ha definito la volontà del leader cinese di incontrare i rappresentanti americani "un segnale molto buono"

Usa e Cina trovano l'accordo
Xi Jinping e Donald Trump/Foto LaPresse

PECHINO – Terminato il nuovo round di negoziati commerciali a Pechino, senza che venisse annunciato alcun progresso, gli alti funzionari economici statunitensi incontreranno in giornata il presidente cinese Xi Jinping.

Usa, si attende l’incontro con il presidente Xi

I colloqui, iniziati giovedì, hanno visto la partecipazione per gli Stati Uniti il rappresentante del Commercio, Robert Lighthizer, e del segretario al Tesoro, Steven Munichin. Mentre la Cina è stata rappresentata dal vice premier Liu He. Le delegazioni si sono separate intorno alla metà della giornata di venerdì senza fare annunci. L’attenzione si sposta quindi sull’incontro programmato nel pomeriggio tra la parte statunitense e il presidente Xi.

Segnali di distensione tra Washington e Pechino

Il consigliere economico di Donald Trump, Larry Kudlow, ha definito la volontà del leader cinese di incontrare i rappresentanti Usa “un segnale molto buono”. Segnalando che “l’atmosfera è buona”, anche se la Casa Bianca non ha preso “nessuna decisione”riguardo a una eventuale proroga della tregua concordata dai due capi di stato fino al prossimo 1° marzo. E che secondo quanto riferito da Bloomberg News potrebbe essere estesa per 60 giorni.

Le ultime indiscrezioni

I report riguardo a quanto accaduto in questi due giorni di confronto, non paiono però incoraggianti. Secondo il Wall Street Journal la Cina si sarebbe offerta di aumentare le importazioni di beni statunitensi promettendo importanti acquisti di semiconduttori e altri articoli. Ma i funzionari sarebbero rimasti “bloccati su una serie di questioni”. Sempre Bloomberg ha invece riferito che le due parti non sono riuscite a ridurre il divario sulle riforme strutturali cinesi richieste da Washington. In entrambi i casi, le indiscrezioni sono attribuite a fonti anonime.

(AWE/AFP)

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