Decreto grandi evasori, Bonafede: il carcere come svolta culturale

Una svolta che ha conseguenze anche dal punto di vista giuridico in quanto gli evasori non potranno usufruire di misure alternative alla prigione

Foto Alberto Lo Bianco/LaPresse17-08-2018 Palermo - ItaliaCronacaPalermo, funerali di Rita Borsellino al Don Orione in via Ammiraglio Rizzo: il feretro di Rita Borsellino esce dalla chiesa, commozione ed applausiNella foto: il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede

ROMA – Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si esprime sulla nuova riforma tributaria definendola una “svolta epocale” nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Otto anni per evasioni superiori a 100mila euro. Bonafede: nessun ingolfamento dei tribunali

Con il nuovo decreto è stata alzata la soglia minima della pena da infliggere da 4 a 8 anni per evasioni superiori a 100mila euro. Una svolta che ha conseguenze anche dal punto di vista giuridico in quanto gli evasori non potranno usufruire di misure alternative al carcere. “In questo modo – dichiara Bonafede – il governo ha dato un segnale forte e chiaro. Il carcere è una svolta culturale”. Ciò nonostante è forte la preoccupazione che i processi non giungano a compimento. “Si parla di una soglia minima di 100mila euro, non di tutte le evasioni fiscali. Secondo l’Agenzia delle Entrate, coloro che evadono oltre quel limite rappresentano l’82,3% delle somme evase nel totale: di fronte a questa situazione è inaccettabile che lo Stato rinunci all’azione penale. Il problema dell’ingolfamento dei tribunali ci sarebbe stato senza la soglia minima, ma così mi pare che non si ponga” ha affermato il ministro che non teme trappole in Parlamento visto che il documento è stato redatto ascoltando tutte le forze di maggioranza.

Avvocati in sciopero contro la legge sulla prescrizione

Intanto gli avvocati continuano lo sciopero contro la Legge pentastellata riguardo l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Per Bonafede però Ma il ministro non sembra accennare a ripensamenti: “Sono i cittadini che ci chiedono di fare le riforme, non di perdere tempo o rinviarle. Gli effetti del blocco della prescrizione non si vedranno prima del 2024. Intanto il governo attuerà le riforme necessarie per dimezzare i tempi dei processi, altro provvedimento che la Lega ha bloccato nel precedente esecutivo”.

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