Di Maio e Salvini insistono su Bankitalia e Consob

Esecutivo in subbuglio sulla partita Banca d'Italia. Mentre Luigi Di Maio e Matteo Salvini insistono sul repulisti a Via Nazionale e in Consob, ignorando gli appelli più o meno sotterranei alla cautela e le critiche, quelle invece molto esplite, dopo la 'minaccia' ventilata di fronte ai risparmiatori (inferociti) delle Banche venete

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

MILANO – Esecutivo in subbuglio sulla partita Banca d’Italia. Mentre Luigi Di Maio e Matteo Salvini insistono sul repulisti a Via Nazionale e in Consob, ignorando gli appelli più o meno sotterranei alla cautela e le critiche, quelle invece molto esplite, dopo la ‘minaccia’ ventilata di fronte ai risparmiatori (inferociti) delle Banche venete, il ministro dell’Economia Giovanni Tria sottolinea che l’indipendenza di Palazzo Koch “va difesa”. Poi la precisazione della portavoce: “Un’affermazione prettamente istituzionale, ovvia e già espressa. Le parole di Tria non sono indirizzate contro nessuno”. Acqua sul fuoco per non alimentare un nuovo fronte con gli agguerriti vicepremier. “Adesso che si chiede a noi come governo, che veniamo consultati per procedura costituzionale per la nomina del direttorio di Bankitalia, se vogliamo confermare chi c’era prima, io dico no, c’è bisogno di discontinuità”. Così attacca il capo politico M5S, “è quello che stiamo dicendo sia su Consob che su Bankitalia. Non è un fronte aperto, è semplicemente mantenere una promessa che abbiamo fatto agli italiani, cioè dire che quelle istituzioni che dovevano controllare i prodotti finanziari e gli istituti di credito non hanno fatto fino in fondo il loro dovere, quindi cambiamo persone”.

Le mosse

Intanto il premier Conte prende tempo, ben consapevole delle preoccupazioni del Colle per l’indipendenza dell’organismo, già emerse chiaramente quando nell’ottobre 2017 a essere a rischio era la riconferma del governatore Ignazio Visco per l’ostilità di Renzi. Lunedì scade l’incarico del vicedirettore Luigi Federico Signorini, a maggio quello di altri due membri del direttorio, Valeria Sannucci e il dg Salvatore Rossi, quest’ultima una poltrona di peso. Per ora Palazzo Koch può continuare a svolgere le sue funzioni, ma su Via Nazionale pende la spada di Damocle dell’esecutivo giallo-verde. Il lavoro di mediazione, di Conte in primis, questa volta sarà più duro delle altre. Il suo vice pentastellato precisa che “non è un attacco all’istituzione Bankitalia o Consob, è che questo governo mette insieme due forze politiche che hanno sempre detto che se abbiamo centinaia di migliaia di risparmitaori sul lastrico, a cui abbiamo dato 1,5 miliardi in legge di bilancio per risarcirli delle truffe che hanno subito, è anche perchè chi doveva controllare non ha controllato”. Quindi si cambia. Un “comprarsi l’arbitro”, secondo Enrico Letta; un “tentativo di colpo di mano populista” per il forzista Renato Brunetta, che segnala la preoccupazione internazionale per i nostri organismi di vigilanza rilanciata dalle agenzie Bloomberg e Reuters.



Di Silvia Caprioglio

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