Di Maio: “Grandi evasori? Berlusconi in piazza difende i colossi”

"Non fatevi distrarre dalla propaganda. È tutto perfettamente coerente. Oggi Berlusconi e co. sono in piazza per difendere i loro amici, i colossi, una parte del sistema che il MoVimento 5 Stelle vuole colpire duramente".

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

ROMA – “Non fatevi distrarre dalla propaganda. È tutto perfettamente coerente. Oggi Berlusconi e co. sono in piazza per difendere i loro amici, i colossi, una parte del sistema che il MoVimento 5 Stelle vuole colpire duramente. Difendono loro per poter tornare a colpire voi, e noi, tutte le persone normali che non ce la fanno più. Un altro motivo valido perché il carcere ai grandi evasori diventi presto legge”. Così Luigi Di Maio attacca su Facebook la manifestazione del centrodestra. “Il bivio è questo e solo noi abbiamo il coraggio di cambiare rotta. Colpire i grandi, per rendere giustizia a milioni di piccoli imprenditori, di partite Iva, di liberi professionisti, di commercianti e artigiani che, a fatica, scontano ancora oggi le bugie di chi li ha governati per decenni”, prosegue.

La mossa del Cavaliere

 “Qualcuno una volta, tra una battuta e l’altra, disse che bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri – scrive Di Maio .Ne hanno poco, ma sono tanti. Una riflessione che deve far pensare, perché è quello a cui i governi passati ci hanno abituato: colpire la classe media solo per difendere i colossi finanziari, i concessionari autostradali e tutto un sistema che lo Stato ha sempre avuto paura di affrontare. La manifestazione di oggi convocata a Roma da Berlusconi lo conferma. Protestano contro il carcere ai grandi evasori perché non hanno né la forza né il coraggio di contrastarli. Perché per loro è più facile colpire i poveri, chi si spezza la schiena ogni giorno, è più facile andare sulla quantità che sulla qualità della lotta all’evasione.

I danni del governo Berlusconi

” A chi ha la memoria corta vorrei ricordare che il primo governo ad aver aumentato l’Iva negli ultimi anni è stato proprio quello di Berlusconi, in coalizione con la Lega. Era il 17 settembre 2011 e l’aliquota ordinaria passò dal 20 al 21 per cento. Ma quello non fu l’unico aumento che colpì il popolo. Vennero infatti eliminate numerose detrazioni fiscali, come quelle per le ristrutturazioni edilizie finalizzate al risparmio energetico o per gli acquisti di abbonamenti ai trasporti pubblici locali. Colpirono le imprese svuotando i crediti di imposta per ricerca e innovazione e per gli investimenti nel Mezzogiorno. Poi la tassa sulle tecnologie e sui cellulari che costò 100 euro l’anno a famiglia. Luce, gas e potrei andare avanti ancora per molto”.

LaPresse

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