Di Maio sempre più in difficoltà: grana rimborsi ma conto in banca super

Foto Valerio Portelli/LaPresse 21-11-2019 Roma, Italia Dichiarazioni Di Maio fuori Palazzo Chigi Politica Nella Foto: Luigi Di Maio Photo Valerio Portelli/LaPresse 21 November 2019 Rome,Italy Declarations of Luigi Di Maio outside Palazzo Chigi Politics In the pic: Luigi Di Maio

ROMA – Di Maio sempre più in difficoltà, ora c’è la grana rimborsi che lo porta ad agitarsi nelle sabbie mobili di un Movimento da cui non si contano le uscite di ministri e senatori. E le espulsioni. Sulla lista nera risultano essere in 47, tutti pronti ad essere catapultati fuori dalle mura grilline sempre più palesemente fragili e decadenti. Undici i parlamentari sulla cui testa starebbe per abbattersi la mannaia dell’espulsione. Intanto i fuorusciti Paragone e Fioramonti sembrano pronti a dar vita a gruppi autonomi.

Di Maio in bilico

Che l’attuale Ministro degli esteri e leader del M5S non abbia più il polso della situazione all’interno del Movimento appare lapalissiano. Le tante uscite dei parlamentari sono la cartina al tornasole che le cose non vadano come si vorrebbe. C’è malumore, dissenso. Delusione. Verso un Movimento nato per le barricate ed oggi vistosamente imborghesitosi, appiccicato come non mai alle poltrone del potere. Quelle stesse poltrone all’inizio tanto del percorso politico tanto osteggiate e ora diventate irrinunciabili, vitali, per la sussistenza personale.Uno degli ultimi fuorusciti, Gianluigi Paragone ha giurato vendetta, mentre Fioramonti sottolinea come all’interno del Movimento ci sia un “evidente deficit di democrazia”. Ora con il l suo futuro partito “Eco” punta a calamitare i consensi della sinistra dei grillina che non si riconosce più nella linea espressa da Di Maio.

La grana rendicontazioni

Ieri si è riunito il collegio dei probiviri del M5S (Jacopo Berti, Fabiana Dadone, incompatibile nel ruolo, secondo lo Statuto, in quanto ministro, e Raffaella Andreola per la delicata questione delle rendicontazioni che mancano per parecchi parlamentari per omessi versamenti da oltre un anno esatto. In tutto sarebbero 47 con i casi ‘più gravi’ di Nicola Acunzo, Nadia Aprile, Flora Frate, Paolo Niccolò Romano, Andrea Vallascas alla Camera dei Deputati e di Cristiano Anastasi, Vittoria Bogo Deledda, Alfonso Ciampolillo, Luigi Di Marzio, Fabio Di Micco, Mario Michele Giarrusso al Senato della Repubblica.

Privazione della libertà di pensiero

Mentre c’è chi ha giocato d’anticipo, lasciando anzitempo il Movimento, vedi il deputato Santi Cappellani. “Purtroppo avverto da tempo una profonda frustrazione e quando sento la frase pugno di ferro rabbrividisco” ha dichiarato. All’interno del Movimento Cappellani evidenzia con rammarico una serie di “azioni di imperio che hanno fatto venire meno proprio il sentirsi comunità a partire dai facilitatori voluti da Di Maio, con la volontà di eliminare ogni voce critica e ogni pensiero pensante”.

Le accuse di Fattori

“Dopo le proteste dei parlamentari si rende pubblico il conto intestato anche a Luigi Di Maio – scrive l’ex grillina e vice presidente della commissione Agricoltura del Senato  Elena Fattori – e il tesoretto sul conto privato di Luigi di Maio e soci al 4 novembre 2019 era di 4 milioni di euro (e pochi spicci). Se le Camere si fossero sciolte in quella data sarebbero andati tutti all’associazione Rousseau”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome