Domani i medici del Ssn in sciopero per contratto e Fondo nazionale

I camici bianchi rivendicano finanziamenti adeguati per il Fondo sanitario nazionale, assunzioni per garantire il diritto alla cura e il diritto a curare oltre che il rinnovo del contratto nazionale di lavoro fermo da oltre 10 anni

LaPresse/Stefano Cavicchi

ROMA –  Domani sciopero per i medici italiani del Servizio sanitario nazionale (Ssn). La presa di posizione dei camici bianchi concerne la rivendicazione di finanziamenti adeguati per il Fondo sanitario nazionale, assunzioni per garantire il diritto alla cura e il diritto a curare, il rinnovo del contratto nazionale di lavoro fermo da oltre 10 anni. Per queste ragioni, e non solo, venerdì prossimo i camici bianchi del Servizio sanitario nazionale incroceranno le braccia per 24 ore e si asterranno dal lavoro medici, veterinari e dirigenti sanitari. Alla protesta aderiscono tutte le principali sigle sindacali di categoria, incluse le maggiori, Anaao e Fp Cgil Medici.

Le manifestazioni in tutta Italia

Nella giornata di sciopero nazionale sono decine le manifestazioni in programma mentre a Roma le sigle sindacali hanno organizzato una conferenza stampa per dare voce alle proprie ragioni. I sindacati di categoria avevano inizialmente proclamato due giornate di sciopero ma la prima, prevista per il 9 novembre, è stata revocata a causa di problemi interpretativi delle norme che regolano il diradamento delle giornate di sciopero in sanità. Per venerdì prossimo, però, la protesta è confermata e sono prevedibili disagi negli ospedali e per i cittadini anche se, come previsto per legge, sarà garantita la continuità delle prestazioni indispensabili.

Le motivazioni dello sciopero

L’agitazione riguarderà, dunque, il personale appartenente alla dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa del Ssn. Varie le motivazioni alla base della protesta, a partire dall’insufficienza del finanziamento previsto per il Fondo sanitario Nazionale 2019, in relazione alla garanzia dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) ed agli investimenti nel patrimonio edilizio sanitario e tecnologico. Ma anche il mancato incremento delle risorse destinate alla assunzione del personale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria. Inoltre, l’esiguità delle risorse assegnate al finanziamento dei contratti di lavoro, i ritardi amministrativi nei processi di stabilizzazione del precariato del settore sanitario e il mancato finanziamento aggiuntivo per i contratti di formazione specialistica. Allo sciopero parteciperanno anche gli specializzandi anestesisti, chiamati a raccolta dall’Associazione degli anestesisti e rianimatori (Aaroi-Emac):

L’intervista

“Siamo convinti che le motivazioni alla base della protesta riguardino molto da vicino i medici in formazione – afferma Alessandro Vergallo, presidente nazionale Aaroi-Emac –. Sia come futuri specialisti, sia come attuali specializzandi costretti, talvolta, a subire situazioni più volte denunciate dall’Associazione e che, in alcuni casi, sfociano in uno sfruttamento selvaggio al quale bisogna opporsi”.

Protesta nel vivo: invito dell’Aaroi-Emac agli specializzandi

Per questo, l’Aaroi-Emac invita gli specializzandi a rifiutarsi di sostituire gli specialisti aderenti alla protesta. A tal fine, in occasione dell’ultimo sciopero, fu inviata apposita segnalazione al ministro della Salute e al Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute. La protesta, quindi, entra nel vivo: non è stato, infatti, considerato sufficiente l’incontro che si è svolto mercoledì 14 Novembre con la presidente della commissione Affari Sociali Marialucia Lorefice. Dopo 10 anni dall’ultimo rinnovo contrattuale, conclude Vergallo, “non possiamo accontentarci di promesse che ad oggi, anche se fossero mantenute, resterebbero comunque insufficienti rispetto alle nostre richieste”.

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