Francia, Amnesty denuncia: misure antiterrorismo ingiuste

Nonostante un anno fa sia stato abolito lo stato d’emergenza, in Francia i poteri eccezionali antiterrorismo continuano a essere usati ingiustamente per punire persone, lasciate senza accusa né processo a languire in un limbo giudiziario.

Milano, 22 nov. (LaPresse) – Nonostante un anno fa sia stato abolito lo stato d’emergenza, in Francia i poteri eccezionali antiterrorismo continuano a essere usati ingiustamente per punire persone, lasciate senza accusa né processo a languire in un limbo giudiziario. È quanto denuncia un nuovo rapporto di Amnesty International, intitolato ‘Francia, puniti senza processo. L’uso delle misure amministrative di controllo nel contesto dell’antiterrorismo’, che rivela come, aggirando il sistema e i principi della giustizia penale ordinaria, i controlli impongano gravi limitazioni ai diritti delle persone. “I provvedimenti temporanei introdotti durante lo stato d’emergenza con lo scopo di proteggere la popolazione dalla minaccia del terrorismo sono stati incorporati nella legge francese. Stanno devastando la vita delle persone, togliendo brutalmente loro i diritti”, ha dichiarato Rym Khadhraoui, ricercatrice di Amnesty International sull’Europa occidentale. “La Francia ha creato un sistema giudiziario di seconda fascia che prende di mira le persone sulla base di criteri ampi e vaghi. Ciò fa affidamento su informazioni segrete e non offre alle persone opportunità significative per potersi difendere”, ha aggiunto Khadhraoui.

dunque

Garantendo alle autorità una sostanziale discrezione per punire persone al di fuori del sistema giudiziario ordinario. Questo secondo Amnesty i controlli si prestano all’abuso e a un’applicazione discriminatoria, anche nei confronti delle persone di fede musulmana. “In una versione moderna dello ‘psicoreato’ orwelliano, i controlli sono imposti sulla base non di un reato effettivamente commesso bensì sulla base di cosa una persona potrebbe fare in futuro. Queste misure ‘prima del reato’ possono avere un drammatico impatto sulla vita delle persone destinatarie e delle loro famiglie”. Lo denuncia Amnesty, secondo cui i controlli, basati su criteri imprecisi e solitamente su informazioni non rese pubbliche, consentono al ministero dell’Interno di imporre un’ampia serie di limitazioni. Ad esempio come impedire di allontanarsi da una città, prevedere l’obbligo di presentarsi quotidianamente alla polizia o il divieto di contattare determinate persone.

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