Due agenti penitenziari in manette per associazione mafiosa

Cosenza, i due avrebbero favorito i detenuti appartenenti ad alcune cosche di ‘ndrangheta

COSENZA – Sono finiti dalla parte opposta delle sbarre due agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Cosenza. L’arresto è stato formalizzato dai carabinieri del Comando provinciale.

Ordinanza di custodia cautelare

Dalle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cosenza, coordinate dal procuratore Gratteri e dal sostituto procuratore della Dda Camillo Salvo è  emerso che i due appartenenti alla polizia penitenziaria erano asserviti ai malavitosi garantendo loro favori e contatti con l’esterno. Ai due agenti è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare a firma del gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda. L’inchiesta è stata portata avanti dopo alcuni sospetti da parte Dda di Catanzaro.

L’inchiesta

Le indagini hanno rilevato che, in violazione dei propri doveri e dietro corresponsione di denaro, o di altri benefici, i due agenti avrebbero favorito i detenuti nel carcere di Cosenza. A beneficiarne gli appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta Lanzino-Ruà-Patitucci, Bruni-Zingari e Rango-Zingari. 

L’anarchia 

Dalle indagini è scaturito un quadro raccapricciante: all’interno del carcere, infatti, pare fosse concessa totale libertà di manovra in favore di detenuti ‘particolari’ che, nonostante fossero sottoposti a diverso regime carcerario, potevano incontrarsi in altre celle, ricevere droga e cibo dall’esterno e godere di vari favori. Oltre ad essere informati per tempo su eventuali perquisizioni in cella. Coinvolto anche un altro agente, ora in pensione, e perciò non raggiunto dal provvedimento cautelare. L’accusa è concorso esterno in associazione mafiosa.

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