Due tecnici comunali e un imprenditore edile sotto processo per la morte di un giovane vitulatino deceduto in un incidente stradale

Il 23 gennaio 2015, nel cuore della notte, verso le 2, lungo via Aldo Moro di Santa Maria Capua Vetere, all’altezza dell’Arco Adriano, Roberto Mastroianni, di 25 anni, all’improvviso perse il controllo della sua autovettura, una Fiat Grande Punto, e andò ad urtare contro un muro a causa – pare – della non corretta apposizione, come è stato poi accertato dagli inquirenti, dei paletti luminosi di segnalazione di alcuni lavori stradali – iniziati proprio quel giorno o qualcuno prima – per la chiusura di un tombino. Il giovane di Vitulazio, figlio di un sottufficiale in congedo dell’Arma dei carabinieri, era ex titolare di una cornetteria a Capua e da qualche tempo, dopo aver chiuso l’esercizio commerciale, lavorava presso la ditta Catone Logistica di Pastorano e si occupava del trasporto e della distribuzione di prodotti surgelati. L’incidente mortale avvenne lungo l’Appia, precisamente nell’ultimo tratto di corso Aldo Moro che da una parte conduce al centro di Santa Maria Capua Vetere, passando per l’Anfiteatro Campano, e dall’altro porta verso Capua. Un rettilineo, quello, considerato pericoloso proprio perché in passato era stato (ed è) teatro di diversi incidenti risultati purtroppo mortali.
L’allarme, quella notte, venne lanciato da alcuni automobilisti di passaggio che videro com’era ridotta l’auto di Roberto e subito pensarono al peggio e allertarono le forze dell’ordine. Sul luogo del sinistro giunsero immediatamente i medici ed i parasanitari del 118 con un’ambulanza di rianimazione, ma Roberto perse la vita poco dopo l’arrivo al Pronto Soccorso dell’ospedale civile di Caserta per le gravi ferite interne riportate a causa del violentissimo impatto della sua autovettura che addirittura si ribaltò. Sul caso e sulla dinamica dell’evento mortale indagarono i carabinieri della Stazione di Santa Maria Capua Vetere, al comando del maresciallo Mario Iodice. Dopo le indagini di rito, i rilievi e l’esame autoptico sul corpo di Roberto – presso l’Istituto di Medicina Legale del nosocomio casertano – disposti dagli inquirenti e dopo l’espletamento di una consulenza sia medico legale che cinematica, il Pubblico Ministero della locale Procura della Repubblica esercitò l’azione penale e rinviò a giudizio ben tre imputati: due tecnici in servizio presso il Comune di Santa Maria Capua Vetere che avevano curato l’iter tecnico-burocratico per il ripristino dei lavori stradali. Sono finiti sotto processo l’ingegnere Giuseppe Pellegrino, sammaritano di 67 anni (difeso dall’avvocato Alberto Martucci), e il geometra Alfonso Di Napoli, sammaritano di 64 anni (difeso dagli avvocati Raffaele Crisileo e Gaetano Crisileo), nonche’ il titolare della ditta affidatrice ed esecutrice dei lavori, il sammaritano Pietro Nardiello (difeso dall’avvocato Carlo Madonna). Nel processo si sono costituiti parte civile i familiari (la madre ed il padre) del giovane deceduto Roberto Mastroianni. Articolato il capo d’imputazione a carico dei tre imputati rispetto al quale si dovranno confrontare e difendere: concorso in omicidio colposo e violazioni delle norme in materia di sicurezza dei lavori stradali. Il processo si sta svolgendo dinanzi alla Prima Sezione Penale del Tribunale sammaritano, Giudice dottoressa Patrizia Iorio.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome