E’ arrivato il tempo di Mattia Caldara alla Juve dopo 18 mesi dall’acquisto

"È un momento molto importante per me, ne sono consapevole", dichiara il nuovo giocatore in casacca bianconera

Foto Marco Bucco - LaPresse
Di Nicola Balice

TORINO (LaPresse) – Ogni cosa ha il suo tempo. Quello di Mattia Caldara alla Juve è arrivato ora. Diciotto mesi dopo l’acquisto effettuato dal club bianconero, diciotto mesi in più di Atalanta hanno permesso al difensore centrale di arrivare più pronto e consapevole all’appuntamento più importante della sua vita: “È un momento molto importante per me, ne sono consapevole, so che sono in una grande squadra e dovrò dimostrare di meritarmela. Perin ha ragione quando dice che il treno Juve passa una sola volta nella vita, ma in quel momento non ero pronto per fare il grande passo ed era giusto aspettare. Per arrivare qui serve una certa esperienza e avere una certa attitudine al lavoro e quindi credo sia stato giusto”. Nessun rimpianto dunque. Anzi, solo tanti ringraziamenti a chi gli ha permesso di arrivare così alla Juve. La famiglia ad esempio. Ma anche e soprattutto Gian Piero Gasperini: “Mi ha dato tanto in questi due anni. Mi ha detto di non aver paura e di cercare di dimostrare subito le mie qualità, sarò sempre debitore verso di lui perché ha tirato fuori cose che nemmeno io pensavo di avere. Farò sempre tesoro dei suoi consigli”.

Ed allora, a testa alta il Caldara-day è scivolato via al momento giusto

Un venerdì 13 (luglio) senza scaramanzia alcuna Caldara stampa la sua prima maglietta numero 13: “Un omaggio ad Alessandro Nesta, mio idolo da bambino”. Non temano i tifosi bianconeri, c’è solo la Juve nei pensieri di Caldara. Anche a proposito dei suoi punti di riferimento: “Negli anni successivi ho imparato ad ammirare Giorgio Chiellini, nella mia camera ho il suo poster. È unico al mondo per attenzione e movimenti sull’uomo. Da Barzagli vorrei imparare la capacità di lettura della palla, in fase di possesso e non possesso”.

Ed essere arrivato alla Juve ha anche un altro vantaggio, quello di poter marcare alcuni mostri sacri solo in allenamento: “Da avversario l’attaccante più difficile da marcare è sempre stato Mario Mandzukic, per fisicità e personalità. Douglas Costa è quello che mi ha impressionato di più, salta sempre due o tre uomini, è fenomenale”. Arrivare nella Juve di Cristiano Ronaldo evita poi la preoccupazione di una sua marcatura: “Per fortuna siamo compagni di squadra. Sono emozionato e curioso di vedere come si allena per capire come si arriva a certi livelli per tanti anni”. Per un giovane talento che arriva, un altro va via momentaneamente: tutto fatto per Emil Audero alla Sampdoria, in prestito con diritto di riscatto e controriscatto in favore della Juve.

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