Elezioni, Scalfarotto: Ci hanno mandato a opposizione, li dobbiamo stare

Foto Nicola Vaglia/ LaPresse 16-07-2017 Milano, Italia Milano, Presentazione Milano xl - la festa della creatività italiana nella foto: Scalfarotto Photo Nicola Vaglia/ LaPresse

Roma, 5 mar. (LaPresse) – “Noi abbiamo perso, M5S ha vinto, la Lega ha vinto. Gli elettori hanno chiaramente chiesto un governo M5S-Lega, che è l’unico che pare avere una maggioranza per governare. Gli italiani hanno anche bocciato il nostro lavoro al governo e ci hanno mandato con chiarezza all’opposizione, che è il posto dove ora dobbiamo stare”. Lo scrive sul suo blog Ivan Scalfarotto, sottosegretario presso il ministero dello Sviluppo Economico.

“Poi ci sono le riflessioni – aggiunge – Per esempio, che la Lega probabilmente non ci starà a fare il junior partner di M5S, perché Salvini non vorrà lasciare Palazzo Chigi a Di Maio. O che M5S in fondo in fondo pensa che sarebbe meglio restare ancora all’opposizione per fare il botto al prossimo giro. O che qualcuno, tipo Michele Emiliano, dall’alto del suo successo in Puglia (zero collegi e sparizione politica del PD, poco sopra il 13%) suggerisca di fare noi la stampella del M5S. O ancora che altri ci suggeriscano di sostenere governi tecnici o del Presidente, o altre formule del genere. Tutte idee che faremo bene a mandare indietro al mittente, tanto quelle di Emiliano che quelle degli altri”.

“Poi c’è da chiedersi dove abbiamo sbagliato. Non sapete che fatica e che dispiacere essere bocciati dal pubblico dopo aver vinto il premio della critica e con tutti i numeri delle mie deleghe a testimoniare l’eccellente lavoro che con Carlo Calenda abbiamo fatto sull’export e sull’attrazione degli investimenti dall’estero.

Lo penso per me, ma penso che la stessa cosa valga per la stragrande maggioranza dei miei colleghi al governo. Eppure l’Italia sembra essersi voluta, non saprei come dirlo altrimenti, in un certo senso liberare di noi”, sottolinea Scalfarotto. “Abbiamo certamente pagato la maledizione della sinistra, quella delle sue divisioni, e l’umiliazione subita da Massimo D’Alema e dai suoi accoliti non ripaga certo dall’amarezza. Abbiamo pagato una stampa e una televisione tutte messe in direzione ostinata e contraria (io a un certo punto, esasperato, dopo decenni di reciproci e amorosi sensi ho addirittura disdetto l’abbonamento a Repubblica).

Abbiamo pagato il non aver davvero creato una classe dirigente più aperta e inclusiva, non avere intercettato molte competenze che non chiedevano altro che darci una mano e di mettersi al servizio del Paese – aggiunge – Che fare adesso? Io credo che dobbiamo ripartire da alcune cose: la coerenza, prima di tutto.

Il PD stia in modo trasparente all’opposizione. Prendere il potere (verbo), anche per ragioni di eventuale responsabilità istituzionale, sarebbe percepito come una forma di attaccamento al potere (sostantivo) insopportabile per gli italiani”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome