Esposito-Marsicano in ritirata ma per gli inquirenti non è una resa

Esposito-Marsicano in ritirata ma per gli inquirenti non è una resa
Esposito-Marsicano in ritirata ma per gli inquirenti non è una resa

NAPOLI – Una ritirata strategica, o una sconfitta sul campo? Se lo chiedono gli investigatori. Gli Esposito-Marsicano-Calone scomparsi dalle palazzine. Non si vedono in giro. E’ scritto nero su bianco in una informativa inviata alla Procura. Le pattuglie non li incrociano durante i controlli in strada. Nelle ultime ore hanno visto solo un affiliato ventenne, che tra l’altro non esce dall’isolato dove abita. Cosa è successo? Sospettano che i ‘colonnelli’ abbiano lasciato il rione Cannavino: resa allo strapotere dei Carillo-Perfetto? Non proprio. La traccia seguita dalle forze dell’ordine è un’altra. Non c’è più partita nella faida e si è passati ai regolamenti di conti con gli allontanamenti coatti. Il quartiere è ancora scosso dal lungo scontro tra clan. Secondo le sentinelle di carabinieri e polizia, la contrapposizione armata è cessata. Per due motivi: lo Stato in poche settimane ha assestato duri colpi con decine di arresti (da una parte e dall’altra). In più i blitz quotidiani avevano costretto gli spacciatori a chiudere i mercati di stupefacenti: principale business delle cosche. Oggi è cambiato tutto e squadre dei Carillo-Perfetto sorvegliano i rioni, per stanare gli irriducibili. I pochi che restano nelle palazzine, sfidano i commando. Ma girano armati di pistola, anche se si spostano in auto. Difficilmente si muovono da soli. Atteggiamenti e precauzioni, che trasudano una tensione elevata. Dopo il maxi blitz con decine di arresti (tra gli altri Antonio Carillo, Antonio Calone, Carlo Esposito ed Emanuele Marsicano) sono saltati gli schemi. E la ‘mappa’ è frammentata.  

Non c’è pace: i bunker delle cosche strapieni di armi e munizioni

La polizia e i carabinieri fiutano il pericolo e lanciano una task force: controlli delle pattuglie nei bunker dei clan in guerra. 

Gli investigatori sanno che non c’è pace tra i Carillo-Perfetto e gli Esposito-Marsicano-Calone. Piuttosto un momento di calma apparente, di studio. Come fanno a saperlo? Le roccaforti delle cosche sono imbottite di armi e munizioni. Servono in caso di battaglia in campo aperto. 

Gli agenti della Investigativa del commissariato hanno effettuato un controllo mirato nella più grande piazza di spaccio dei Carillo-Perfetto: sono entrati in un palazzo in via Evangelista Torricelli, dopo aver sfondato un cancello blindato. E invece di trovare stupefacenti, hanno scoperto una polveriera nascosta nella controsoffittatura. Oltre 50 proiettili calibro 9×21. Di più. Adesso cercano le pistole: sono certi che nello stesso edificio ci siano le armi. Le cosche sono abili a separare le munizioni dalle semiautomatiche, per evitare danni ingenti nei sequestri. Le celano in luoghi diversi, ma vicini: perché serve rispondere al fuoco in pochi secondi, in caso di attacco. La pista battuta dagli inquirenti è proprio questa: quei proiettili servivano a proteggere la piazza di spaccio da eventuali incursioni dei rivali. Dunque anche i Carillo-Perfetto temono rappresaglie. 

In queste ore le munizioni sono sotto alla lente della Scientifica. Di certo la polizia ha assestato un duro colpo a chi gestisce la piazza di droga in via Evangelista Torricelli. Al momento gli specialisti della Giudiziaria hanno inoltrato alla Procura una denuncia a carico di ignoti. Ma hanno già una ‘pista’. E le verifiche sono tuttora in corso. La lente della magistratura è puntata sui pregiudicati del posto.

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