No alla fecondazione assistita eterologa, coppia omosessuale non si arrende

Negata la fecondazione assistita eterologa, coppia di donne ricorre alle vie legali. Caso non previsto dalla legge, udienza in Tribunale prossimamente a Pordenone

Lo Debole/Bianchi

PORDENONE – Si è vista negare dal dirigente della Asl di Pordenone la richiesta di fecondazione assistita. E’ avvenuto in Veneto, dove una coppia omosessuale avrebbe voluto generare un figlio.

Ne danno notizia i quotidiani locali. “Ho incontrato questa coppia prima ancora che decidesse di intraprendere le vie legali”. Lo ha spiegato il direttore generale dell’Azienda sanitaria Giorgio Simon. “Mi hanno rappresentato la ferrea volontà di perseguire il risultato finale anche attraverso lunghe battaglie giudiziarie. Ho ribadito loro che la normativa in vigore non consente questa pratica. Che è applicabile solo alle coppie di maggiorenni di sesso diverso, come prevede l’articolo 5 della legge 40 del 2004”.

Le Legge nel nostro Paese

La legge italiana che norma la procreazione medicalmente assistita (PMA) è la numero 40 del 2004. La Legge concluse il suo iter in Parlamento l’11 dicembre 2003 durante il governo Berlusconi ed entrò in vigore l’anno successivo.

Cosa prevede

La legge stabilisce che la procreazione medicalmente assistita ha l’obiettivo di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dall’infertilità umana qualora non vi siano altri metodi efficaci per rimuovere le cause di sterilità o di infertilità. Alle tecniche di procreazione assistita possono accedere “coppie maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi”. Impedisce la fecondazione assistita ai single, alle coppie omosessuali, alle donne meno giovani (ma non precisa l’età fertile), così come vieta la fecondazione post-mortem (del padre).

Il divieto

La legge vieta il ricorso a tecniche di fecondazione eterologa, vieta la sperimentazione sugli embrioni umani e pone forti limiti alla stessa Pma.

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