Fi punti su una classe dirigente nazionale rinnovata come ha già fatto sui territori

Difendere il Sud e l’unità nazionale è una responsabilità che non possiamo disattendere né delegare

Solo a Caserta 17551 preferenze. Il più votato in Forza Italia. Terzo tra tutti i candidati in campo, dietro solo a Salvini per circa 2500 voti e a Caputo, europarlamentare uscente del Pd, per circa 1500 preferenze. Grazie a ciò, a Caserta Fi raggiunge il 16%. La percentuale più alta d’Italia. E così, Terra di Lavoro torna ad essere la provincia più azzurra della penisola.

Sono soddisfatto perché il risultato premia un lavoro di oltre un anno svolto in silenzio e con abnegazione. Avevo preso in mano un partito allo sfascio. La fuoriuscita di Gianpiero Zinzi aveva determinato perdite importanti e aveva creato le condizioni perché il partito implodesse. Oggi possiamo dire che il peggio è passato. E guardiamo al futuro con maggiore serenità. Il mio risultato personale, poi, è la prova che quando il partito si affida a nuovi amministratori che magari hanno dimostrato di garantire buon governo sui loro territori, i risultati non mancano.

Io credo, infatti, che in questo anno e mezzo da Presidente della Provincia abbia lavorato nell’esclusivo interesse di Terra di Lavoro. Ho dialogato con tutti i sindaci ed amministratori per la risoluzione delle varie problematiche presenti sul territorio. Ho sistemato i conti della Provincia, fatto ripartire i cantieri, messo in sicurezza le scuole e gran parte delle strade provinciali. I casertani hanno voluto premiare questo lavoro. E indirettamente il partito che ha avuto il coraggio di puntare su una nuova classe dirigente. Se Fi capirà anche a livello nazionale che questa è la strada maestra, sono sicuro, che Fi tornerà ad essere il punto di riferimento degli italiani.

Al contrario sarà la fine per tutti. È vero che Forza Italia ha mancato l’obiettivo della percentuale a doppia cifra, ma è altrettanto vero che resta intatta la sua possibilità di risalire la china. A patto, però, che assuma impegni chiari su temi decisivi che non possono essere affrontati con baldanzosa superficialità né – peggio – trovare in noi supina acquiescenza. A cominciare dall’autonomia del Nord, alla quale chi è del Sud e di Forza Italia non può che opporre un chiaro e deciso “no”.

Non dimentichiamo che tale riforma è figlia della sinistra, prima quella di D’Alema e poi quella di Gentiloni. L’approvino quindi gli onorevoli del Pd o dei CinqueStelle, che l’hanno accolta nel contratto di governo, o gli apprendisti leghisti meridionali, che non sanno quello che fanno. Ma noi non possiamo avallare un obiettivo che renderà l’Italia ancor più divisa, i suoi cittadini ancor più discriminati, i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. Difendere il Sud e l’unità nazionale è una responsabilità che non possiamo disattendere né delegare, tanto più dopo il voto di domenica che ha certificato che solo nel Mezzogiorno la percentuale elettorale di Forza Italia è a doppia cifra. Altrove, i voti “azzurri” sono stati in gran parte assorbiti da Salvini. A conferma che in politica conquista consenso solo chi ha senso e che di contiguità, invece, si muore.

Ora sono impegnato per i ballottaggi che si svolgeranno nei comuni al di sopra dei 15mila abitanti. Poi affronteremo la sfida di ottobre per il rinnovo del consiglio provinciale. E quindi, prepareremo le liste per le regionali del prossimo anno. Per quella competizione non sarò in campo. Ma stilerò una bella e competitiva compagine. L’obiettivo è eleggere due consiglieri regionali ed esprimere un assessore casertano.

Giorgio Magliocca, presidente della Provincia di Caserta

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