Fico fa da paciere con l’Ue e trova sponda in Tria. Il ministro: “L’Italia è in ritardo, ma bisogna smorzare i toni”

Da Conte e Tria l'invito ad abbassare i toni

LaPresse - Alessandro Pone in foto il presidente della Camera, Roberto Fico

ROMA – Il presidente della Camera Roberto Fico veste i panni di paciere e in Europa, e all’incontro con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker spiega che il Def non equivale ad un guanto di sfida lanciato all’Europa. Ma si tratta di una manovra legittima.

Abbassare i toni

Questo è l’invito del pentastellato. “Il concetto di sfida è sbagliato – dice – nessuno sfida lo spread o i mercati. Lo stato italiano ha il diritto di fare legittimamente una manovra senza sfidare nessuno, per parlare all’Europa senza sfidare ma per cambiare – aggiunge Fico – Se i toni sono bassi si lavora con la politica, si ragiona dentro le questioni politiche e lì si trovano i punti di incontro”.

Tria in audizione alla Camera sul Def

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, sposando in pieno le parole del presidente Fico, tenta di ammorbidire i toni e durante l’audizione alla Camera spiega che “La nota di aggiornamento al Def è il primo atto di programmazione economica che mette a sistema le priorità di governo. Il contesto europeo ci vede in ritardo, non più accettabile a 10 anni dall’inizio della crisi”. E ancora “Si apre adesso la fase di confronto costruttivo con la Commissione Europea, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del governo, delineata dalla manovra. In questo confronto costruttivo vorrei dichiarare il mio accordo su quanto detto dal presidente della Camera, circa la necessità di abbassare i toni”.

Il premier: “Pronti a interlocuzione con Ue”

Giuseppe Conte assicura che il governo pentaleghista è aperto a un dialogo costruttivo. “La nostra manovra non rispecchia quelle che erano le loro aspettative – sostiene il premier – Noi siamo disponibilissimi a spiegare questa manovra, confrontarci in modo ragionevole. Confido che non ci siano toni un po’ agitati da nessuna parte perché non è proficuo per nessuno, né per l’Europa né per l’Italia”.

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