Fine vita, testo alla Camera ma equilibrio sottile. Sì da Pd-M5S, centrodestra compatto sul no

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Dopo la bocciatura della Consulta del referendum sull’eutanasia, i riflettori sono puntati sulla proposta di legge sul Fine vita. Il testo torna domani in aula, alla Camera, dopo lo stop avvenuto a metà dicembre 2021 per dare spazio alla legge di Bilancio. In questi due mesi, però, le posizioni delle forze politiche non sono cambiate. In prima linea si schiera il Movimento 5 Stelle.

“Le centinaia di migliaia di italiani che hanno sottoscritto il quesito referendario sull’eutanasia testimoniano ciò che abbiamo sempre sostenuto: in Italia c’è bisogno da anni di una legge che introduca finalmente nel nostro ordinamento il Fine vita, è il Paese a chiederla con forza. Siamo davanti a una legge storica che amplia e introduce diritti attesi da troppo tempo”, dice Gilda Sportiello, capogruppo dei pentastellati in commissione Affari sociali e prima firmataria della pdl. Che rinnova l’appello agli altri partiti: “Non si può restare sordi a questa istanza e ignorare il richiamo della Consulta a legiferare sul tema. Ognuno si assuma le proprie responsabilità davanti al Paese. Il Parlamento ha il dovere di intervenire”.

Martedì sera, durante l’assemblea congiunta con i parlamentari, il presidente dei deputati Cinquestelle, Davide Crippa, ha rivolto un appello ai colleghi per una “presenza massiccia” in aula, a sostegno del testo. Posizione sposata anche dal leader M5S, Giuseppe Conte.

Ma sulla stessa sponda del fiume non si ritroverà tutta la maggioranza. La Lega, ad esempio, conferma: “Abbiamo presentato emendamenti, anche soppressivi, quindi la nostra posizione è contraria. E a maggior ragione lo è dopo la bocciatura del quesito referendario da parte della Consulta”, dice a LaPresse Roberto Turri, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia alla Camera. Consapevole che proprio per questo “dall’altra parte forse saranno ancora più determinati, perché l’unica strada per arrivare a raggiungere il loro obiettivo è questa legge”.

Si dice “cautamente ottimista”, invece, il dem Alfredo Bazoli. “Mi rendo conto delle difficoltà, ma penso che dopo il grande lavoro di ascolto e mediazione fatto in commissione Giustizia ci sono tutti i presupposti e le condizioni per arrivare fino in fondo”, spiega a LaPresse.

Per i dem il testo è “un buon punto di sintesi tra posizioni molti distanti e sensibilità molto diverse”, inoltre “recepisce in maniera molto chiara le indicazioni che ci ha dato la Corte costituzionale nel 2019, dunque riteniamo che l’impianto vada difeso”. Ma i democratici non alzano muri: “Vedremo in aula se sarà il caso di fare qualche piccola modifica, magari accogliendo qualche emendamento.

L’importante è mantenere il punto di equilibrio raggiunto”, purché non riguardi “la parte sulle condizioni dell’accesso al suicidio assistito, che per noi è difficilmente modificabile”. Restando nell’ambito della maggioranza, Italia viva conferma la scelta di lasciare “libertà di coscienza” ai propri parlamentari. “Ci sono sensibilità diverse, dunque ognuno può agire in coscienza sui singoli articoli”, dice a LaPresse Lisa Noja.

Mentre da Forza Italia è tranchant il giudizio del coordinatore e vice presidente, Antonio Tajani: “Tutto è importante ma la priorità è lavorare per salvare vite umane, con il coronavirus abbiamo combattuto una battaglia per i vaccini per salvare vite umane, non per togliere vite umane”, afferma ai microfoni di Rtl 102.5, aggiungendo la sua personale visione: “Sono rispettoso di chi soffre e cerco di aiutarlo, ma sull’eutanasia non sono d’accordo. Sono convinto che nessuno abbia il diritto di togliere e togliersi la vita, anche se si soffre. Ci sono terapie del dolore, c’è tanto da fare, questo è un mio convincimento che va al di là della politica”.

Almeno sul tema del Fine vita il centrodestra mostra quella compattezza che sembrava ormai “sciolta come neve al sole” (copyright di Matteo Salvini). Perché anche FdI ribadisce: “Sul testo che approda in aula noi siamo contrari”, sottolinea parlando con LaPresse Carolina Varchi. “Prendiamo atto delle aperture, timide, che ci sono state nel corso dei lavori della commissione Giustizia e auspichiamo che ne intervengano altri anche in Assemblea – aggiunge -. Ma riteniamo che nel nostro ordinamento debba trovare maggiore spazio la tutela del valore della vita”. La parola ora passa al Parlamento. (LaPresse)

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