Firenze, una donna incinta morì in ospedale a Empoli: indagate 3 dottoresse

FIRENZE – Tre dottoresse in servizio presso il reparto di ostetricia e ginecologia dell”ospedale San Giuseppe di Empoli (Firenze) hanno ricevuto in queste ore l’avviso di conclusione delle indagini, per l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Nell’ambito dell’inchiesta per la morte della 42enne Barbara Squillace. Avvenuta il 19 luglio 2018 nel nosocomio della città Toscana, dove era ricoverata da sei giorni. La donna, alla quarta settimana di gravidanza, secondo quanto emerso dall’autopsia, sarebbe deceduta a causa di un”occlusione intestinale. Per la pm della procura di Firenze, Ester Nocera, le tre dottoresse, che curarono la donna per iperemesi gravidica, avrebbero dovuto invece sospettare, in base agli esami ecografici e ai sintomi che presentava, che poteva trattarsi di un’occlusione intestinale. Sottoponendola per questo alla valutazione di un chirurgo che avrebbe potuto effettuare la diagnosi corretta.

A Firenze, due anni fa, una donna incinta è morta dopo l’operazione

L’autopsia, disposta dalla procura di Firenze, ha chiarito le cause della morte della donna di 30 anni deceduta nel febbraio 2017 al quinto mese di gravidanza nel reparto di maternità dell’ospedale fiorentino di Careggi. Per un improvviso arresto cardiaco dopo un intervento chirurgico che aveva subito il giorno prima. Gli accertamenti sono coordinati dal pm Angela Pietroiusti.

Sulla vicenda è stata avviata anche un’indagine interna dell’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi dove la donna era arrivata da un altro ospedale fiorentino. La gravidanza, secondo quanto spiegato ieri dall’Azienda di Careggi, si presentava ad alto rischio dato che la paziente era affetta da giorni da coliche biliari. Con complicanze al pancreas, che richiedevano un intervento chirurgico. Il decorso operatorio sarebbe stato positivo fino al problema cardiaco che c’è stato la mattina successiva all’intervento. Durante la degenza nel reparto di maternità, dove è fallito un parto cesareo d’emergenza per salvare il bambino.


(LaPresse)

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