Fratelli pestati dal branco a S. Maria C.V., presi altri cinque sospettati

Acciuffati l’altra notte gli indiziati del raid contro il 16enne e il 20enne della vigilia di Natale

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Tentato omicidio. E’ questa l’ipotesi di reato più pesante a carico dei sei arrestati dalla polizia per il pestaggio di due fratelli avvenuto la sera della vigilia di Natale a Santa Maria Capua Vetere. Uno dei sei indiziati, Vittorio Merola, 19 anni, di Santa Maria Capua Vetere, fu arrestato nella notte tra il 27 e il 28 dicembre. E’ in carcere. Difeso dall’avocato Carlo De Stavola, sarà sottoposto all’udienza al tribunale del Riesame martedì. Gli altri cinque sospettati del violento pestaggio ai danni di due fratelli sono stati arrestati invece nella notte tra venerdì e ieri. Si tratta di Youssef Majaoui, 21 anni; Cristian D’Ambrosio, 23 anni; Giovanni Barracano, 25 anni e Massimiliano Barbato, 24 anni. Sono tutti di Santa Maria Capua Vetere.

Tra qualche giorno saranno sottoposti ad interrogatorio di garanzia. Sono assistiti dagli avvocati Antonio Grillo, Cesare Gesmundo e Sergio Di Lauro. Gli agenti di polizia della Squadra Mobile di Caserta e del Commissariato di Santa Maria Capua Vetere hanno arrestato i protagonisti ritenuti autori dell’aggressione, nei confronti di due ragazzi di origine albanese, di cui uno minorenne, avvenuta la vigilia di Natale a piazza Adriano di Santa Maria Capua Vetere, nei pressi dell’Anfiteatro. I reati contestati dall’autorità giudiziaria sono tentato omicidio e lesioni aggravate. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (sostituto Armando Bosso), sono state avviate subito dopo i fatti, grazie ad attività della polizia. Già poche ore dopo, gli esiti dell’attività hanno consentito all’autorità giudiziaria di emettere un primo decreto di fermo nei confronti di uno degli indiziati, Merola, eseguito, nella notte tra il 27 e il 28 dicembre scorsi, dalla Squadra Mobile. I successivi sviluppi investigativi hanno consentito di identificare gli altri 5 giovani, per cui la Procura della Repubblica ha chiesto l’applicazione di misure cautelari in carcere, accolte dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Grammatica ed eseguite l’altra notte. La violenta aggressione, che ha visto compartecipi per il gip tutti gli indagati ed avvenuta con calci, pugni, una sedia utilizzata come corpo contundente ed una coltellata, ha provocato profonde ferite alle due vittime, una delle quali, 16enne, è tuttora ricoverata presso l’ospedale di Caserta, non in pericolo di vita. Un video girato con uno smartphone è stato prezioso per gli investigatori al fine di avviare le indagini per identificare i sospettati del selvaggio pestaggio.

Il racconto delle due vittime e quello del primo arrestato, Merola, che ha fornito una sua versione dei fatti, unitamente ad una attività info-investigativa prima e d’indagine poi ha consentito di chiudere il cerchio sui sospettati. Proprio nei giorni scorsi, per i fatti occorsi a Santa Maria Capua Vetere, il Prefetto di Caserta ha convocato una riunione del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con la partecipazione del sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Antonio Mirra, del Questore di Caserta Andrea Grassi e delle altre forze di polizia. Per gli stessi fatti, il Questore aveva anche emesso diversi Daspo urbani in materia di ordine e sicurezza. Da ricostruire il movente del doppio pestaggio partito dallo spazio antistante il bar Juiss dopo un battibecco nato all’interno del locale in occasione del brindisi. Uno dei due fratelli è stato colpito all’esterno del locale; il 20enne è rimasto ferito ma in maniera non gravissima. Il pestaggio di quello che assume i contorni di un branco continua. La vittima questa volta è il 16enne. Le immagini riprese da qualcuno presente sul posto mostrano l’inaudita violenza con cui viene colpito anche quando ormai è stramazzato a terra e cerca di scappare. Calci (nella foto) e colpi inferti con una sedia ripetutamente che provocano il collasso di un polmone. Poi il gruppo si dilegua. Ieri mattina le manette.

L’omicidio e il precedente agguato segnali di emergenza

Una polveriera pronta ad esplodere quella di Santa Maria Capua Vetere. I sei arresti della polizia per adesso bloccano eventuali ulteriori risvolti e scorribande di sangue nella movida della città ma le indagini non sono concluse. Gli episodi su cui fare luce sono anche altri. In primis l’omicidio di Emanuele Nebbia avvenuto nella notte di Capodanno. Fu raggiunto da un colpo di pistola nelle scale del palazzo del rione Iacp in cui abitava. Morì cinque giorni dopo. Quell’episodio di sangue però, hanno più volte ripetuto gli investigatori ieri mattina nel corso della conferenza stampa tenuta in Questura, non è legato al pestaggio dei due giovani di Natale. Da verificare invece il ferimento di un 16enne avvenuto qualche giorno prima. Portato in ospedale con una ferita da arma da taglio e giudicato guaribile in pochi giorni, non ha sporto denuncia. Le indagini, per quell’episodio, si sono fermate; impossibile procedere d’ufficio. Sullo sfondo degli episodi si muove il business della droga che in città smuove interessi da migliaia di euro a settimana. Sorvegliata speciale è la movida all’Anfiteatro che attira migliaia di giovani nelle serate del week end. Mettere insieme tutti i pezzi di un complesso mosaico richiede un lavoro certosino. Le indagini in corso mirano a smantellare quella che potrebbe essere una organizzazione che muove i fili dell’approvvigionamento dello stupefacente e delle piazze di spaccio in città, tra cui la villa comunale. L’ipotesi della Dda di Napoli è che nelal città del Foro si muove un gruppo che controlla lo smercio della droga parte della quale viene rivendita proprio durante le serate che vedono i giovani radunarsi nei pressi dell’Anfiteatro. Dall’hashish alla cocaina. Lo stupefacente poi abbinato all’alcol produce effetti devastanti. Una spirale a cui si sta mettendo rimedio prima che la situazione possa ulteriormente degenerare. L’omicidio e il pestaggio rappresentano un punto di svolta. Se per il pestaggio dei due fratelli la polizia ha individuato i possibili autori per l’omicidio la situazione è più complessa. Anche perché quel delitto potrebbe innescare reazioni incontrollabili. Il fratello della vittima in carcere dopo aver chiesto un permesso per fare visita al congiunto ancora in vita, al rifiuti dell’autorità carceraria, capeggiò una rivolta per fortuna repressa immediatamente. I funerali in forma pubblica per il morto ammazzato a Capodanno sono stati vietati. I segnali che la tensione criminale è alta questa volta ci sono tutti e gli investigatori li hanno colti per intervenire quanto prima possibile.

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