Fumano ancora 2 italiani su 10: abitudine in crescita tra i giovani

Si inizia a fumare poco più che maggiorenni, le ragazze poco dopo e comunque prima dei 20 anni

MILANO – Nessuna voglia di smettere. Anzi, la passione per le ‘bionde’ in Italia non ‘evapora’ e resta ancora alta. Fatica infatti a diminuire in maniera significativa il numero dei fumatori nel nostro Paese anche se cala il numero di sigarette mediamente consumate al giorno. Sono 11,6 milioni i fumatori, più di un italiano su cinque. Gli uomini sono 7,1 milioni e 4,5 milioni le donne che quasi il doppio al Sud rispetto alle regioni centrali e meridionali (il 22,4% al Sud e isole contro il 12,1% al Centro e il 14% al Nord).

Gli effetti nefasti del fumo

Il report sarà presentato domani all’Istituto superiore di Sanità in occasione del ‘World No Tobacco Day’ (Wntd) organizzato ogni anno il 31 maggio dall’Ordine mondiale della Sanità. L’edizione 2019 è dedicata al tema ‘Tabacco e salute dei polmoni’, una giornata di riflessione globale sui rischi associati al fumo. Il cancro al polmone è infatti il quarto tumore in termini di incidenza ma la prima causa di morte per neoplasia. Nonostante i pericoli però nessuna flessione significativa; tra i dati che emergono quelli riguardanti i giovani sono i più evidenti. Oltre la metà dei fumatori tra i 15 e 24 anni fuma già più di 10 sigarette al giorno e oltre il 10% più di 20.

Il vizio del fumo dilaga tra i giovani

Numeri che certificano come sia difficile sradicare questa abitudine al fumo tra le nuove generazioni. Inoltre tra i forti fumatori under 20 gli sportivi sono quelli con la percentuale più alta anche se nell’ultimo anno la maggioranza non ha partecipato a competizioni. E tra questi giovani il rischio di ‘fare doping’ è 7 volte superiore rispetto agli altri coetanei sportivi.

“Non cambiano negli ultimi anni le abitudini al fumo degli italiani segno che serve incentivare campagne informative soprattutto per i giovani che rappresentano un serbatoio che alimenta l’epidemia tabagica e per le donne, per le quali è in aumento la mortalità per tumore al polmone”, afferma Roberta Pacifici, direttore del centro nazionale dipendenze e doping. “È importante intervenire prima possibile e spiegare, come dimostra la nostra carta del rischio polmonare, che più precocemente si diventa ex fumatore tanto prima ci si avvicina ad avere lo stesso rischio di ammalarsi di chi non ha mai fumato”, ha aggiunto Pacifici.

Quanto fumano gli italiani

Secondo l’indagine dell’Iss, un fumatore maschio su quattro è un forte fumatore, ovvero fuma cioè più di un pacchetto al giorno e quasi la metà delle donne fuma tra le 10 e le 20 sigarette al giorno. Si inizia a fumare poco più che maggiorenni, le ragazze poco dopo e comunque prima dei 20 anni. Tra i giovani spopolano le sigarette fatte a mano, l’uso dei trinciati infatti è in costante aumento, soprattutto tra i maschi e al Sud. Anche se più del 90% dei fumatori preferisce acquistare le sigarette tradizionali.

Inoltre, a questi fumatori si aggiungono i consumatori di nuovi prodotti. L’1,7% consuma e-cig (e di questi solo il 5% di chi le usa non aveva mai fumato) e l’1,1% fa utilizzo di tabacco riscaldato. I nuovi prodotti tuttavia non cambiano la prevalenza dei fumatori di sigarette che diventano nella maggior parte dei casi consumatori duali. Utilizzando cioè sia le sigarette tradizionali che i nuovi prodotti. Questo dimostrerebbe dunque che la sigaretta elettronica non allontana il vizio del fumatore tradizionale.

Il consumo di e-cig

“Relativamente alla e-cig va sottolineato che molti fumatori la usano per smettere ma spesso diventano consumatori di entrambi i prodotti o addirittura iniziano proprio a fumare provando la sigaretta elettronica”, aggiunge Roberta Pacifici. Dai dati emerge inoltre che coloro che utilizzano i nuovi prodotti (e-cig e tabacco riscaldato) si sentono autorizzati ad usarli nei luoghi dove vige il divieto di fumo. “Minano il valore educativo delle leggi antifumo”, ha sottolineato Pacifici.

Leggi e divieti

Rafforzare la legge e estendere i suoi divieti, secondo il farmacologo Silvio Garattini, presidente dell’Istituto farmacologico Mario Negri, è un’azione fondamentale per la dissuasione al fumo di sigaretta. “Estendere l’attuale divieto di fumo nei luoghi chiusi pubblici e nei luoghi di lavoro pubblici e privati è necessario. Cosi come vanno vietate le pubblicità alle sigarette elettroniche e agli heated tobacco products”, ha concluso.

(LaPresse)

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