Gasparri (Fi): “Comunali? Decide Roma per i grandi centri”

Il senatore: "Per gli altri candidati sindaco aspettiamo i vertici provinciali"

La composizione del puzzle dei candidati di centrodestra alle prossime Amministrative si complica. A Milano Gabriele Albertini ha rifiutato e a Roma Guido Bertolaso sembra avere la stessa intenzione. Non va meglio a Napoli, dove la scelta dipenderà dall’accordo tra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, né negli altri capoluoghi di provincia campani le cui scelte dipenderanno dagli accordi tra coordinatori regionali. Ne ha parlato con Cronache il senatore di Fi Maurizio Gasparri.

Albertini non ha accettato la candidatura a Milano, su Bertolaso a Roma non si ha certezza e a Napoli la partita resta aperta. Perché il percorso per la candidatura di esponenti civici si sta complicando?

Oggi fare il sindaco comporta pochi mezzi e molte responsabilità. Il primo cittadino di una grande città ha compensi simbolici, grandi responsabilità legali, pochi trasferimenti da parte dello Stato, tutto è un onere rilevante. E’ una posizione non ambita per tutte queste ragioni. A volte la politica, nell’apparire troppo frammentata, non attrae: a Roma vedo che Fdi adesso ha convenuto su Bertolaso, forse se lo avessero fatto prima non ci sarebbero state difficoltà. Invece hanno detto no per molto tempo e adesso vedremo se, come spero, c’è ancora spazio per una candidatura.

Tajani intanto ha detto “se non c’è Bertolaso, noi abbiamo Gasparri”…

Abbiamo Gasparri, abbiamo Tajani, ma non ho nulla da dire su questo. A sindaco non ci si candida, si viene candidati dalle coalizioni: che poi ci siano persone sperimentate e conosciute è un altro fatto, ma non c’è un albo degli idonei, fa un cattivo mestiere chi si autocandida a sindaco, perché sono le coalizioni a decidere.

Mercoledì ci sarà un nuovo tavolo di coalizione, quale è la proposta che Fi porta al tavolo per le grandi città al voto? Se a Napoli si chiudesse su Maresca c’è la certezza della sua disponibilità?

Il nostro metodo è stato quello di demandare ai coordinatori regionali il compito di fare tavoli regionali e poi il punto al tavolo nazionale, escludendo le grandi aree metropolitane: Milano, Roma, Napoli. A Torino c’è un’intesa sul candidato. Per cui attendiamo sui casi minori, che tanto minori non sono, il responso dei regionali. Per quanto riguarda Napoli, aspettavamo Berlusconi, che a parte qualche acciacco è in buona salute e ha lasciato il San Raffaele: sentirà gli altri leader e decideranno loro. A Napoli l’ipotesi Maresca sembra quella più accreditata; vedremo se si consoliderà o meno e che liste fare.

A Caserta Fdi propone il segretario provinciale Cerreto e a Salerno c’è stato lo scatto in avanti con l’ufficializzazione della candidatura di Michele Sarno. Voi che pensate di fare?

Abbiamo dato l’incarico ai coordinatori regionali e abbiamo constatato che a Salerno ci sono opinioni diverse. Fdi ha proposto Michele Sarno, Fi l’avvocato Tedesco che ha avuto dei ripensamenti e non so a che punto siano, attendiamo notizie dal tavolo regionale. A Benevento abbiamo diverse ipotesi mentre a Caserta, oltre alla proposta di Fdi, ci sono candidati civici che vanno valutati, come Del Gaudio. C’è poi l’ipotesi che la Lega possa sollecitare l’onorevole Zinzi a ripensarci, perché sarebbe un ottimo candidato, ma pare non abbia intenzione di candidarsi. Ci sono ipotesi aperte, attendiamo notizie dai coordinamenti regionali.

A proposito di coordinamenti regionali, in Campania è stallo. De Siano non riesce a mettere tutti d’accordo sui nuovi coordinatori provinciali e cittadini. Questo rischia di bloccare il partito in vista delle Amministrative?

C’era un’intesa tra i dirigenti che si sono incontrati più volte, De Siano ha continuato a fare il coordinatore regionale e ha stabilito un assetto con le nomine, quando e come ufficializzarle spetta a loro. Mi pare che l’intesa ci sia e avrà attuazione nei prossimi giorni.

In termini di consenso appoggiare il governo Draghi sembra non porti vantaggi, ne beneficia solo la Meloni. Perché?

C’è un’area di scontento forte dopo più di un anno di sofferenza a causa della pandemia, dopo tante attività chiuse ed è comprensibile lo scontento. Draghi se non altro ha reso la campagna vaccinale più efficace e capillare, sul piano economico ha definito il Recovery plan, ha fatto un primo decreto e ne farà un altro. E’ ovvio che chi è all’opposizione ha una rendita di posizione, ma poi ci sarà da uscire dalla pandemia, vaccinare, rilanciare l’economia, ci sarà da agire e fare. Per cui vedremo, nell’ambito di un percorso più lungo, quale sarà l’andamento del consenso. Con le riaperture, la fine del coprifuoco e quello che stiamo proponendo se si realizzeranno con le vaccinazioni, l’umore del Paese ci auguriamo possa cambiare.

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