Genova, Cantone rivela: “Si può fare presto anche senza deroghe”

Il presidente dell'Anac auspica che i lavori inizino presto, sempre seguendo le normative vigenti

Cantone sos sul dl Genova
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

Milano (LaPresse) – “Io sono il primo a dire che, rispetto alla gravità dell’evento, è giustificato il ricorso a un commissario e alle procedure straordinarie. Io ho solo segnalato i rischi di deroghe che coprano tutto l’ordinamento italiano tranne le norme penali”. Sono le parole del presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, in un’intervista al Fatto quotidiano in merito al decreto per Genova. Il fine potrebbe giustificare i mezzi? “Siamo sicuri che la deroga a tutte le leggi a parte quelle penali, ottenga il fine? – afferma Cantone -. Io ritengo di no. Ma sia chiaro il mio scopo è lo stesso del governo: non voglio più burocrazia ma più velocità. Penso però che, proprio per andare più veloci, una deroga così ampia sia controproducente. Il giudice, in caso di ricorsi, dovrà applicare comunque la legge comunitaria e le beghe legali poi potrebbero rallentare l’opera”.

Il presidente dell’Anac auspica che i lavori inizino presto, sempre seguendo le normative vigenti

“Stiamo parlando di un’opera pubblica e le regole per un’amministrazione dovrebbero essere stabilite dal legislatore – spiega Cantone -. Io non penso che in materia di assegnazione degli appalti, di smaltimento dei rifiuti e di sicurezza del lavoro, il commissario possa fare come vuole. Riterrei più utili deroghe precise e limitate. E poi c’è anche un problema di filosofia generale”.

Per il presidente dell’Anac, “le regole non sono degli ostacoli ma un ausilio a fare le opere nei modi giusti. Quelle sulle gare servono a cercare la ditta migliore. Quelle sul lavoro a tutelare la sicurezza degli operai. Non dobbiamo far passare il concetto che le cose si fanno bene solo senza regole. Altrimenti si minano i fondamenti dello Stato di diritto. La macchina consegnata al commissario in queste condizioni non avrà una marcia più spedita perché prima di partire dovrà tracciare da solo la strada da percorrere”. Quanto alle possibili infiltrazioni della mafia nella ricostruzione, “tutto il sistema delle informative e delle interdittive antimafia, cioè i controlli che vengono fatti sempre dalle prefetture sulle società che vincono le gare, non sono previsti per i lavori del ponte Morandi”, commenta Cantone.

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