Genova, Gemme probabile commissario. Ancora polemica tra enti locali e governo

MARCO BERTORELLO / AFP)

Roma – Claudio Andrea Gemme dovrebbe essere il nuovo commissario straordinario per la ricostruzione di Genova. Il suo profilo – manager di Fincantieri, profilo internazionale, con la madre sfollata proprio a seguito della tragedia – è stato tracciato dal vicepremier Matteo Salvini, che si intesta quindi la scelta, avallata anche dagli alleati di governo.

Continuano i dubbi sul futuro di Genova

Accuse incrociate tra Regione e Governo, e il Terzo Valico resta ancora in bilico. C’è poco da fare: nonostante il decreto urgenze su Genova sia stato finalmente firmato al Quirinale, le polemiche sul maxi-provvedimento non si placano.

Primo affondo arriva dal governatore ligure Giovanni Toti

Il governo aveva illuso il porto di Genova, facendo intravedere un contributo straordinario del 3 per cento sull’Iva. In realtà il gettito si riduce a 30 milioni. Così diventa un semplice gettone“. Il governatore, poi, esprime perplessità sul timing della ricostruzione “con troppi paletti, che rischiano di allungare i tempi”.

Sulla stessa linea il sindaco della Lanterna Marco Bucci, che con pacatezza promette battaglia: “Dalle bozze che circolano sembra che le nostre richieste sembrano non siano state accolte al 100% e alcune sono sparite. Sono pronto ad un altro tavolo di negoziazione e, nel caso, tornerò alla carica“.

“Serve un manager, serve qualcuno di onesto, pulito e riconosciuto”

La replica dell’esecutivo? Arriva anzitutto attraverso il nome, tanto atteso, del commissario straordinario. Al riguardo il vicepremier Matteo Salvini dice che quello di Gemme è “un curriculum di altissima professionalità, è genovese, ha girato il mondo, coinvolto anche direttamente purtroppo nel disastro”.

REBUS TERZO VALICO

Ma poi c’è ancora la magagna Terzo Valico. Nel decreto, infatti, non compaiono più i fondi per la ferrovia dei Giovi, per collegare Genova a Tortona. Nella bozza precedente si prevedeva di assegnare al sesto lotto del Terzo Valico 791 milioni, ad integrazione del finanziamento già disponibile. Forza Italia e Fratelli d’Italia sono insorte, con l’asse Toti-Bucci che anche qui si muove in sincrono: “Risulta bloccato il miliardo e mezzo di euro, relativo al quinto lotto del Terzo Valico, già approvato dal Cipe, dalla Ragioneria dello Stato e dalla Corte dei Conti, e perciò immediatamente disponibile. Sono soldi che vanno sbloccati subito per i genovesi”.

Nel nuovo ping pong con il governo, questa volta replica prontamente il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi. “Il Mit ha trasmesso tutti gli atti necessari alla prosecuzione dei lavori del quinto lotto del cantiere del Terzo Valico, garantendo la copertura economica necessaria perché le aziende appaltatrici non cadessero in infrazione e quindi potessero essere messi a rischio circa 200 posti di lavoro – chiarisce Rixi -. Ora Rfi deve fare la propria parte”.

Rfi, nessun blocco del quinto lotto

L’azienda spiega in una nota di aver attivato tutte le attività propedeutiche alla consegna dei lavori per tale lotto. Concluse tali attività, “potrà quindi partire la nuova tranche di lavori, che si affiancheranno alle esecuzioni già in corso per gli altri quattro lotti già attivi”. Per quanto riguarda le voci circa presunti licenziamenti da parte del consorzio Cociv, “non esiste un diretto legame con la consegna del quinto lotto”, sottolinea Rfi, aggiungendo che “un accordo responsabilmente raggiunto tra RFI e il General Contractor ha reso possibile dare continuità ai cantieri in corso”.

LA NORMA ‘DE LUCA’ RESTA

In un ultimo scambio tra Governo e Quirinale, infine, è stato rimosso dal testo del decreto l’articolo 45, che aboliva la cosiddetta ‘norma De Luca’. Questa norma, che il Governo vorrebbe cancellare, ha permesso al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, di essere anche commissario straordinario per la Sanità regionale. Nella versione del decreto bollinata dalla Ragioneria dello Stato e arrivata al Quirinale, tale norma veniva abolita tramite l’articolo 45. Ma nella versione definitiva, questo l’articolo è stato espunto. Probabilmente si tratta di una questione tecnica: la materia non è relativa alle ‘urgenze’ di cui si occupa il decreto. L’abolizione, comunque, potrebbe essere riproposta in un provvedimento successivo. Forse nella stessa manovra.

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