Germania, Spd chiede dimissioni capo intelligence: ‘vicino’ a ultradestra

I socialdemocratici tedeschi hanno chiesto le dimissioni del capo dell'agenzia di intelligence BfV, Hans-Georg Maassen, accusato di presunti legami con il partito d'estrema destra AfD.

(Photo by John MACDOUGALL / AFP)
Berlino (Germania), 13 set. (LaPresse/AFP) – I socialdemocratici tedeschi hanno chiesto le dimissioni del capo dell’agenzia di intelligence BfV, Hans-Georg Maassen, accusato di presunti legami con il partito d’estrema destra AfD. Maassen ha contraddetto la cancelliera Angela Merkel a proposito delle manifestazioni di neonazisti e ultradestra a Chemnitz. La cancelliera ha condannato con durezza la “caccia agli stranieri”. Questa mostrata in vari video diffusi sui social media, ma Maassen ha messo in dubbio l’autenticità di almeno uno di quei filmati. Secondo i critici, Maassen ha tenuto così le parti dell’estema destra. Inoltre, in precedenza era già stato accusato di aver incontrato politici dell’AfD per dare loro consigli su come evitare di essere messi sotto sorveglianza. Accuse che lui ha respinto.

e ancora

Oggi sembrava che il suo incarico non fosse in pericolo, visto che il suo capo diretto, il ministro dell’Interno Horst Seehofer, lo ha appoggiato esplicitamente in Parlamento dicendo di “continuare ad avere fiducia”. Poche ore dopo però un deputato dell’AfD ha dichiarato pubblicamente alla tv Ard che Maassen diede al partito dati ufficiali su degli islamisti prima della loro pubblicazione, scatenando così nuove proteste. L’agenzia BfV ha respinto l’accusa, dicendo che il capo incontrò rappresentanti di tutti i partiti in Parlamento su richiesta del ministro dell’Interno e non passò informazioni illegalmente.L’Spd tuttavia, partner della coalizione di Merkel, ha dichiarato insostenibile la posizione di Maassen. Lars Klingbeil, segretario generale dell’Spd, ha twittato: “E’ assolutamente chiaro per la leadership dell’Spd che Maassen deve andarsene. Merkel deve agire”. Maassen assunse l’incarico nell’agosto 2012, dopo che il predecessore fu costretto a lasciare perché emerse che l’agenzia aveva distrutto dei file su sospettati della cellula neonazista Nsu.

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