Gerusalemme, Israele arresta e poi rilascia un ministro palestinese

GERUSALEMME – La polizia israeliana ha arrestato e trattenuto per alcune ore il ministro palestinese agli Affari di Gerusalemme, Fadi al-Hadami. Le autorità lo hanno interrogato per “attività” nella città santa, ha affermato il portavoce della polizia Micky Rosenfeld, e il legale del ministro Mohannad Jbara ha spiegato che è accaduto dopo che martedì al-Hadami ha accompagnato il presidente cileno, Sebastian Piñera, sulla Spianata delle moschee a Gerusalemme Est. Un luogo ultra-sensibile, terzo sito sacro per i musulmani nonché il più sacro per gli ebrei, che usano il nome di Monte del tempio e pregano ai suoi piedi al Muro occidentale. Il controllo dell’accesso alla Spianata è in mano alle forze israeliane. Ma il sito in sé è amministrato dal Jerusalem Waqf, trust che gestisci i luoghi dell’islam nell’area, tra cui la moschea al-Aqsa e la Cupola della roccia.

L’arresto del ministro

Secondo una fonte vicina al ministro palestinese, quest’ultimo è stato arrestato nella mattina di domenica nella propria abitazione a Gerusalemme Est e poi liberato nel pomeriggio. Dopo la visita alla Spianata da parte di al-Hadami e Piñera, Israele aveva protestato: la visita avrebbe “violato le regole”. Una fonte ufficiale della delegazione cilena ha poi indicato ad AFP che si è trattato di una visita “privata”. L’arresto è avvenuto dopo violenti scontri nella notte fra sabato e domenica nei quartieri di Gerusalemme Est, la parte palestinese occupata e annessa da Israele.

Rosenfeld ha dichiarato che la polizia dello Stato ebraico “ha continuato ad affrontare rivolte e problemi in vari quartieri, con lanci di pietre e fuochi d’artificio contro gli agenti”. Due poliziotti sono stati arrestati e sei palestinesi arrestati, ha aggiunto. Prima, giovedì, un palestinese era stato ucciso a colpi d’arma da fuoco dalla polizia israeliana a Issawiya, zona di tensione di Gerusalemme Est. La polizia ha detto di aver reagito a lanci di fuochi d’artificio contro degli agenti, “la cui vita è stata messa in pericolo”.

Il caso Mayala

Nel frattempo l’Autorità nazionale palestinese ha scarcerato il palestinese Salah Abou Mayala, imprenditore originario di Hebron in Cisgiordania, che era stato arrestato per aver partecipato alla conferenza in Bahrain sul piano di pace americano per il Medioriente. La conferenza è stata boicottata dall’amministrazione palestinese. E una fonte aveva indicato che l’amministrazione di Ramallah aveva deciso di arrestare i palestinesi che vi avessero preso parte. La Casa Bianca si è felicitata del rilascio, secondo il consigliere del presidente Donald Trump e architetto della conferenza di Manama, Jason Greenblatt.

Washington, ha aggiunto, “è in ansia” di riprendere i colloqui con “con tutti coloro che desiderano un futuro migliore per il palestinesi”. I più importanti imprenditori palestinesi hanno evitato la conferenza, accusando gli Usa di voler comprare le loro aspirazioni ad avere uno Stato palestinese. I leader palestinesi accusano Washington di aver preso le parti di Israele. E hanno tagliato ogni contatto formale con l’amministrazione Trump da quando ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele. La loro aspirazione, invece, è fare di Gerusalemme Est la capitale del loro futuro Stato.

(LaPresse – Afp)

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