Gioco, Cgil: “Dal Piemonte parte l’emergenza occupazionale”

I lavoratori del settore gioco legale, colpiti in maniera pesante nel territorio piemontese dagli effetti delle normative regionali e comunali sulla limitazione dei luoghi di gioco, si sono riuniti ieri nella sede della Cgil di Torino

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Foto LaPresse

MILANO (LaPresse) – Gioco, Cgil: “Dal Piemonte parte l’emergenza occupazionale”. I lavoratori del settore gioco legale, colpiti in maniera pesante nel territorio piemontese dagli effetti delle normative regionali e comunali sulla limitazione dei luoghi, si sono riuniti ieri nella sede della Cgil di Torino. All’incontro hanno preso parte Luca De Zolt della Filcams Cgil nazionale. Ma anche Mario Santini segretario generale della Filcams Cgil Torino. Oltre che Pippo De Masi, sindacalista che per la struttura sabauda si occupa del settore.

Gioco, 3000 posti di lavoro che rischiano di saltare

Sono circa 3000 i posti di lavoro che in Piemonte rischiano di saltare. Dopo al stretta sul gioco. Dopo un’accurata descrizione delle problematiche da parte dei lavoratori, la Filcams Cgil si è impegnata a costruire percorsi di mobilitazione. E di pressione nei confronti delle istituzioni locali e nazionali, anche sul piano mediatico.

“Bisogna tutelare l’occupazione”

Insieme alla Cgil la Filcams sostiene infatti le lotte alle dipendenze, su cui vanno fatte azioni specifiche soprattutto a livello sociale. Parallelamente, però, il sindacato si impegna a tutelare la buona occupazione presente nell’ambito del gioco legale, che oggi viene attaccata da decisioni prese troppo in fretta e senza una adeguata valutazione degli impatti.

La limitazione del gioco legale sta portando le aziende legali a licenziare e a chiudere

La limitazione del gioco legale sta portando le aziende legali a licenziare e a chiudere, mentre i signori del business illegale stanno scaldando i motori per riprendere il dominio del mercato come in passato. In Piemonte l’emergenza ha già portato a centinaia di licenziamenti, ma il fenomeno sta assumendo dimensioni nazionali, motivo per cui le organizzazioni sindacali di settore chiederanno l’apertura di un tavolo di crisi al Mise.

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