Governo, è guerra Lega-M5s, scontro su Siri e Salva-Roma

Continuano le tensioni tra le due forze di governo

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – E’ il decreto crescita l’ultimo, ed ennesimo, terreno di scontro del governo. Luigi Di Maio inizialmente non si presenta al Consiglio dei ministri chiamato ad dare l’ok definitivo al testo dopo quel via libera ‘salvo intese’ i venti giorni fa. Ma Matteo Salvini, ancor prima che la riunione cominci, annuncia che non ci sarà la norma ‘Salva-Roma’. “Ci sarà un provvedimento ad hoc per tutti i Comuni”, dice il leader del Carroccio che spiega di aver concordato lo stralcio con il premier Giuseppe Conte. E con Di Maio? “Non c’è, e io concordo con chi c’è, non con chi non c’è”, ironizza, spiegando che “i miei ministri ci sono tutti”.

Ma subito arrivano fonti del M5s a smentire. Macché stralcio, il decreto crescita non è nemmeno stato esaminato dal Consiglio dei ministri, inizialmente convocato alle 18, poi slittato alle 19, e iniziato un’ora dopo. Di Maio finisce la registrazione dell’intervista a ‘Di Martedì’ e ci ripensa: si va a Chigi. Si procede così, tra dichiarazioni non proprio amichevoli e smentite incrociate, nel governo che si affanna a smentire la propria crisi. “Il mio rapporto con il M5S è buono, non ho tempo né voglia di litigare con nessuno”, ribadisce ancora Salvini. Ma la guerra è sotto gli occhi di tutti.

E’ andata avanti tutto il giorno, su tutti i fronti, dal tema dei migranti al 25 aprile. Nel governo dei continui vertici dei mesi passati l’assenza all’orario della convocazione di Di Maio e di altri ministri M5s – presenti solo Lezzi, Bonisoli, e Trenta – non è passata inosservata. Si è passati da uno scenario in cui si ipotizzava l’astensione dei leghisti sul voto sul dl Crescita con la norma Salva Roma. A una discussione, a quanto spiega Salvini, sul decreto senza la norma su Roma e senza i pentastellati. Che nel frattempo continuano ad attaccare l’alleato sul caso Siri, di cui chiede le dimissioni. Sul blog delle Stelle nel pomeriggio hanno pubblicato 4 domande alla Lega per chiedere chiarimenti.”

Qui nessuno sta aprendo una crisi di governo, perché credo che dobbiamo ancora fare tante cose – dice il leader penta stellato – ma sulla vicenda in questione non posso accettare che una persona, in quella indagine, con questi dubbi, resti lì come sottosegretario. Questa è la domanda che tutti gli italiani mi stanno facendo: perché resta lì. E comunque finirebbe in Senato a 13mila euro al mese”. Il Capitano è di opinione diversa. “Siamo assolutamente tranquilli – ribadisce- abbiamo piena fiducia nella magistratura italiana che faccia bene e in fretta. Detto ciò in uno Stato di diritto si è colpevoli quando viene dimostrato”.

Ai 5 stelle “ho poco da rispondere, non abbiamo visto una lira. E se devo guardare ai programmi chi giustamente aveva una marcata crescita degli investimenti in energia eolica -cosa che è giusta – è il Movimento 5 stelle”, fa notare. Quanto ad Arata “è venuto una volta ad un convegno della Lega come docente ed esperto in energia, è l’unica occasione in cui l’ho incontrato”, spiega facendo notare che “ho incontrato centinaia di persone. a queste centinaia di persone non chiedo frequentazioni e partecipazioni societarie. Se ha sbagliato, questo signore suddetto pagherà.

Antonella Scutiero (LaPresse)

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