Governo: fiducia Senato a Meloni. Premier ribadisce supporto a Kiev, ok rialzo tetto contante

Foto Mauro Scrobogna / LaPresse 26-10-2022 Roma (Italia) Politica - Senato, Voto di Fiducia al Governo Meloni Nella foto: Matteo Salvini, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Antonio Tajani durante i lavori in Senato sulla richiesta di fiducia del suo Governo

Torna sulla guerra in Ucraina, si sofferma sul dossier energia, apre alla proposta avanzata dalla Lega sull’innalzamento del tetto al contante, boccia ancora una volta la gestione della pandemia. Nella replica tenuta nell’Aula del Senato – prima di incassare la fiducia con 115 voti favorevoli, 79 contrati (5 gli astenuti) – Giorgia Meloni prende la parola per rispondere in primis alle critiche arrivate alla relazione programmatica del suo governo.

“È stato detto da alcuni che gli italiani si aspettavano da me risposte concrete. Non sono d’accordo – attacca -, io ritengo che senza una visione anche le risposte concrete che si danno rischiano di non essere efficaci. A maggior ragione quando hai risorse limitate devi scegliere una strada. Quindi ho fatto la scelta di disegnare l’Italia che vorremmo costruire, dove vorremmo andare, per poi far calare da quella visione i provvedimenti necessari ad ottenerla”.

Italia che, ricorda il presidente del Consiglio, vive uno dei momenti più complicati della sua storia. E il dibattito a palazzo Madama “ha fatto emergere lo stato reale nel quale versa, da questo racconto emerge una realtà che ci aiuta a fare una grande operazione di verità sull’Italia che ereditiamo anche da coloro che ne denunciano le condizioni. È un bene che gli italiani sappiano qual è la condizione che affrontiamo oggi e che ereditiamo”.

Condizione determinata in gran parte delle conseguenze della guerra in Ucraina e da quel tema energia che resta “una delle nostre grandi priorità”. Per contrastare la situazione, spiega il premier, serve innanzitutto “contrastare la speculazione” e, in attesa di risposte concrete da Bruxelles sul price cap, valutare la separazione tra il costo del gas e quello delle altre fonti energetiche.

“Noi siamo pronti, se anche qui non sarà l’Europa a dare delle risposte, a lavorare ad un disaccoppiamento crescente”, annuncia ribadendo che per far fronte all’emergenza legata al caro bollette serve “lavorare con molta puntualità e interventi ben calibrati per aiutare nell’immediato le imprese e le famiglie”, recuperando le risorse “nelle pieghe del bilancio”, ma principalmente dagli extraprofitti, “con una norma che io credo vada riscritta”, e dall’extragettito che lo Stato ricava dall’aumento dei costi dell’energia.

Al fianco di quelle che definisce “misure immediate”, precisa che c’è necessità di trovare soluzioni strutturali (“sbloccare procedure ferme a causa di una burocrazia cieca e una visione ideologica incomprensibile”), misure nel medio termine che “liberino l’Italia da una dipendenza energetica che è inaccettabile”, e il riferimento è alla ripresa delle estrazioni di gas nazionale.

Anche sull’Ucraina Meloni va dritta al punto controbattendo così a chi le ha detto “che non ho citato la parola pace”. “Non so se qualcuno ritiene che questo significhi che la guerra mi diverte. No. Ovviamente penso, spero e lavoro, per quello che possiamo fare, per giungere a una pace giusta, però dobbiamo capirci su come ci si arriva”. Quella in atto, ricorda, “è una guerra di aggressione che noi non possiamo accettare”, e “l’unica possibilità di favorire un negoziato nei conflitti è che ci sia un equilibrio tra le forze in campo. Se uno dei due vince non serve alcun negoziato, a meno che non mi si voglia dire che la pace si ottiene con la resa dell’Ucraina, e questo non me lo potete chiedere”.

Insomma, la pace “si ottiene sostenendo l’Ucraina, consentendole di difendersi”, perchè, la sottolineatura, “non decidiamo solo il suo destino, decidiamo anche quello dell’Italia”. Messaggio che sembra rivolto anche agli alleati del centrodestra, con cui però c’è unità di vedute sull’innalzamento al tetto del contante (a 10mila euro), proposta già avanzata dalla Lega con un progetto di legge depositato alla Camera.

Sul tema, è opinione del premier, c’è stata negli ultimi anni una discussione “ideologica”. “Lo dirò con chiarezza: non c’è correlazione tra intensità del limite del contante e diffusione dell’economia sommersa”, dichiara quindi prima di citare i richiami della Banca centrale europea ai governi di sinistra “sul tema del limite all’utilizzo del denaro contante, che secondo la Bce penalizza proprio i più poveri”. Per questo, “confermo che metteremo mano al tetto al contante”. E sempre in tema fiscale assume l’impegno nell’arco della legislatura di arrivare “progressivamente” a un taglio del cuneo fiscale “di almeno 5 punti, due terzi lato lavoratore, un terzo lato azienda, per i redditi più bassi, fino a 35mila euro”.

Un altro argomento su cui Meloni tira dritto è quello riguardante la gestione dell’emergenza Covid. “Abbiamo sempre riconosciuto il valore della scienza e per questo non la scambiamo mai con la religione – le sue parole -. Quello che non abbiamo condiviso di quello che si è fatto in passato è proprio che non ci fossero in alcuni casi evidenze scientifiche alla base dei provvedimenti che si prendevano. Qualcuno ancora oggi non riesce a spiegarmi quale fosse l’evidenza scientifica di impedire a ragazzi di 12 anni non vaccinati, con un vaccino sul quale la comunità internazionale scientifica non era tutta d’accordo, di praticare sport”.

Rivolgendosi all’opposizione, infine, chiede che non si facciano “dibattiti ideologici” e di “valutare i provvedimenti nel merito, e votarli o meno solo sulla base che ne valutiate l’utilità per questa Nazione”. Il ‘cinguettio’ pubblicato su Twitter mentre lascia a sera palazzo Madama serve invece per sottolineare che l’esecutivo manterrà gli impegni presi in campagna elettorale. “Subito al lavoro per rispondere alle urgenze dell’Italia”.(LaPresse)

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