Governo immobile sul Venezuela, Guaidò in pressing: “Ora ci sostenga”

"Ci aspettiamo una dichiarazione netta, non parole generiche. Si tratta di scegliere fra l’anarco-tirannia di Maduro e la libertà democratica. Chiediamo un gioco pulito"

in foto Matteo Salvini, Luigi Di Maio

CARACAS – Continua l’immobilismo del Governo italiano sulla questione Venezuela. Nonostante i maggiori Paesi mondiali si siano quasi tutti schierati con Guaidò e gli altri con Maduro, l’Italia rimane l’unica a non aver preso una decisione. Una pessima figura a livello mondiale.

L’invito di Guaidò

Guaidò ha inviato una letta all’Italia in cui si evince sconcerto sul comportamento del Governo: “Abbiamo bisogno del vostro appoggio”.

Nel weekend sono arrivati in Italia tre rappresentanti del presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana Juan Guaidò. Ieri pomeriggio Francisco Jose Sucre Giffuni (presidente della commissione Affari esteri dell’Assemblea nazionale), Antonio Ledezma (sindaco metropolitano di Caracas) e Rodrigo Diamanti (rappresentante europeo del Venezuela per gli Aiuti Umanitari) sono stati ricevuti al Viminale e alla Farnesina. Prima, invece, hanno avuto un incontro ufficioso in Vaticano, dove sono stati accolti da Edgar Pena Parra, sostituto alla Segreteria di Stato.

Lo scopo della missione

I rappresentanti di Guaidò sono giunti in Italia con lo scopo di far riconoscere, così come hanno fatto già gli altri 59 Paesi, che Guaidò oggi è l’unico legittimato a traghettare il Venezuela verso nuove elezioni presidenziali: “È lui che, come prevede la nostra Costituzione, il 23 gennaio ha giurato in qualità di presidente ad interim della Repubblica”.

Le aspettative verso l’Italia

“Capiamo che il governo italiano debba mantenere un equilibrio fra i suoi due componenti politici – spiega Sucre –. Però ci aspettiamo che, oltre agli aspetti di legalità, tenga presente la più grave crisi umanitaria della storia latino-americana, che colpisce anche oltre 100mila italiani e 2 milioni di oriundi”. E Ledezma aggiunge: “Ci aspettiamo una dichiarazione netta, non parole generiche. Si tratta di scegliere fra l’anarco-tirannia di Maduro e la libertà democratica di Guaidò”.

“Chiediamo un gioco pulito”

I tre fanno sapere: “Che si sia di destra o di sinistra, c’è da difendere un popolo che soffre per colpa di un dittatore. Speriamo di ricevere la solidarietà che il Venezuela ha dato agli italiani quando attraversavano tempi difficili”.

Comunicazioni in Parlamento

Intanto in giornata il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi porterà in Parlamento la posizione del governo. Ma la stessa richiesta viene rivolta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella da parte di due associazioni italo-venezuelane della Campania, ed è identica anche a quella inviata nei giorni scorsi al Quirinale dalla comunità italiana in Venezuela.

La telefonata di Salvini a Guaidò

E mentre Lega e M5S tentano di comporre un documento congiunto sulla situazione venezuelana, il Viminale fa sapere che durante l’incontro il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha avuto “una telefonata cordiale con Guaidò e ha confermato la dura presa di posizione nei confronti di Maduro ed il pieno sostegno al percorso costituzionale per arrivare a elezioni libere”. Salvini ha anche “assicurato la massima attenzione affinché venga salvaguardata l’incolumità di Guaidò e della sua famiglia”.

Riccardo Merlo: nuove elezioni

Dal ministero degli Esteri, poi, il sottosegretario Ricardo Merlo dichiara che “il Governo italiano, non riconoscendo la legittimità di Maduro, indirettamente riconosce l’Assemblea nazionale come organo che deve portare il Venezuela al più presto a nuove elezioni presidenziali”.

La polemica M5S-Farnesina

I grillini però protestano perché la Farnesina non avrebbe ricevuto un delegato di Nicolàs Maduro.

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