Governo, Napoli: “Tria s’offre e soffre per legge bilancio”

"Il ministro dell'Economia Giovanni Tria non è la stessa persona vista e ascoltata in questi mesi. Il Def presentato nelle settimane scorse è stato uno spartiacque, una sorta di Rubicone varcato il quale Tria non tornerà indietro".

Foto Federico Bernini/LaPresse

ROMA – “Il ministro dell’Economia Giovanni Tria non è la stessa persona vista e ascoltata in questi mesi. Il Def presentato nelle settimane scorse è stato uno spartiacque, una sorta di Rubicone varcato il quale Tria non tornerà indietro. Il ministro ha impiccato il governo a quei numeri e il governo resterà impiccato a quei numeri quale che sarà l’esito delle elezioni europee. Piacevole esplicito Tria non poteva essere: il bilancio dello Stato è di 800 miliardi, lì dentro vanno trovati gli spazi per ridurre le tasse e finanziare gli investimenti. Come? Scelgano Salvini e Di Maio: o si aumenta l’IVA o si tagliano le spese o si mette una patrimoniale o, come da tradizione, si aumentano le tasse dirette oltre ai tributi già aumentati dai Comuni”. Lo dichiara in una nota Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera.

L’avvertimento

“Tradotto, il ministro che siede alla scrivania di Quintino Sella ci ha detto che in autunno questo governo non ci sarà più e la maggioranza, ammesso che ancora resista nel bunker, sarà molto diversa da adesso. Tria è il solo ministro dell’attuale compagine che ha la credibilità e la forza per scrivere una legge di bilancio omogenea alla filosofia del Def. Nella sua intervista al “Fatto quotidiano”, Tria lascia cadere con nonchalance una minaccia rivolta alla maggioranza: se non si fa così come io ho detto e come ho scritto nel Def, sappiate che Mario Draghi tornerà in Italia e non se ne starà con le mani in mano. In sostanza, il ministro ha dato inizio con largo anticipo alle grandi manovre autunnali che porteranno a un cambio drastico della scena politica. Questa maggioranza non ha la forza per fare più nulla, figurarsi scrivere una legge di bilancio!”, conclude Napoli.

LaPresse

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