Governo, Rojc (Pd): “Sinistra più coraggiosa contro l’onda di erosione dei diritti”

La senatrice chiede la svolta al Pd

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Trieste (LaPresse) – “In questi giorni sembra che nulla possa fermare quest’onda di erosione di diritti, rabbia, esasperazione e montante intolleranza“. Lo scrive la senatrice del Pd Tatjana Rojc, espressione della minoranza slovena del Friuli Venezia Giulia, in una riflessione pubblicata sul sito web www.pdfvg.it.

Per Rojc “il pericolo vero è l’abbandono, il senso di sconforto e di resa che potrebbe cogliere anche chi finora ha propugnato la necessità di vedere le cose in un altro modo, di trovare soluzioni che non fossero la costruzione di muri, il carcere, la schedatura. Certo, la sinistra si è svegliata tardi, ha le sue colpe, anche profonde“.

Questo è il momento in cui deve emergere la differenza, in cui – sottolinea Rojc – tocca a noi evidenziare senza timidezza e, anzi, a voce alta, la strada sbagliata che la maggioranza politica ha cominciato a percorrere. Una strada sbagliata non solo perché calpesta i valori di solidarietà, convivenza, uguaglianza, che hanno contato nella nostra storia, ma perché ci porta verso risultati contrari alle speranze accese oggi nei cittadini”.

La senatrice chiede la svolta al Pd

Anche se ora i sondaggi sembrano dire che ha ragione Salvini – continua Rojc – la sinistra ha un dovere: non perdere coraggio ma anzi essere più coraggiosa e determinata. Perché l’erosione dei diritti avviene in modo impercettibile, subdolo e tollerato. Intanto è stato gettato il seme del dubbio: si può fare una schedatura etnica di cittadini italiani. Sarebbe tanto diverso dire che si possono schedare i musulmani? E poi chi? le coppie senza figli, i single, i gay? In Friuli Venezia Giulia – ricorda la senatrice di madrelingua slovena – terra multietnica e multiculturale, abbiamo avuto, nel passato, l’esempio sanguinoso di cosa voglia dire calare nella realtà, nella vita delle famiglie, il motto “Prima gli italiani”.

Ora siamo all’opposizione: ma non possiamo rimanere muti, non possiamo essere irresponsabili, non lo siamo mai stati. Parliamo più lingue, amiamo l’Italia, l’Europa e i grandi ideali di cui fu madre: non li scambiamo – conclude – con ruspe e pulizia etnica“.

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