Governo, su delega fisco e Csm si cerca accordo con Draghi. Salvini: “Non è tempo di crisi”

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse Nella foto: Matteo Salvini, Lega

ROMA – I nodi dovranno venire al pettine e domani potrebbe essere la giornata buona. Le fibrillazioni nella maggioranza di governo non si placano e si guarda all’incontro tra il premier Mario Draghi e i leader Matteo Salvini e Antonio Tajani come chiarificatore e soprattutto decisivo. L’obiettivo è quello di evitare che il governo si trovi ogni giorno sull’ottovolante, sempre in bilico e sottoposto a tensioni che ora, con la guerra in Ucraina, sarebbero ancora più nocive.

Delega del fisco e riforma del Catasto tornano ad essere dossier dirompenti, grimaldelli propagandistici, anche, per accaparrarsi quanti più consensi in vista delle amministrative di giugno. “Il governo non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse”, ha scandito palazzo Chigi dopo il guanto di sfida lanciato dal leader del Carroccio, “nel caso della delega fiscale il presidente Draghi ha specificato, anche di recente, che il provvedimento non porta incrementi sull’imposizione fiscale degli immobili regolarmente accatastati. Nessuno pagherà più tasse. Il governo non tocca le case degli italiani. E lo stesso sarà per gli affitti e per i risparmi”, la rassicurazione.

E’ evidente che il capo del governo non è disponibile a fare passi indietro, perché il fatto non sussiste. E da uomo dei numeri qual è presenterà al tavolo dell’incontro una documentazione incontrovertibile a favore della sua tesi. Le parole del premier, tuttavia, non bastano, se lo stesso Silvio Berlusconi dal palco degli stati generali di Forza Italia, è tornato a rimarcare: “Noi non consentiremo mai a nessun governo, come non lo abbiamo mai consentito, di mettere le mani nelle tasche degli italiani. Noi non consentiremo mai a nessun governo di colpire la casa, che per noi è sacra, è il simbolo dell’unità e della continuità della famiglia”.

Un tema caldo, su cui si cerca si cerca un punto di caduta, anche in casa Lega. “Non è il momento di aumentare neanche mezza tassa. In questa delega fiscale ci sono alcuni punti che domani affronteremo con Draghi con la volontà di risolvere e di tranquillizzare gli italiani. Non tempo di crisi”, scandisce Salvini. Nessun rischio per l’esecutivo, insomma, e a confermarlo è anche Tajani, “noi ci fidiamo di Draghi che non vuole mettere le tasse, assolutamente. Il problema è quando Draghi non sarà più presidente del Consiglio. Il problema non è sulla persona, ma sul testo legislativo, che così com’è prefigura la possibilità di infliggere nuove tasse sulla casa, che per noi è inaccettabile”.

L’ipotesi di mediazione avanzata dagli azzurri potrebbe infatti essere quella di dividere le due riforme, come anticipa Sestino Giacomoni, “subito la riforma fiscale, con la legge delega, per ridurre le tasse e successivamente affrontiamo con un provvedimento a parte la riforma del catasto”. Ma il tempo stringe, la delega fiscale è attesa in aula a Montecitorio il 19 aprile, il rischio è quello che non si rispetti la deadline del 30 giugno (dovendo passare anche l’esame del Senato). Intanto Draghi lavora a un nuovo decreto legge che dovrebbe approdare domani nel pomeriggio in Cdm.

Il provvedimento, filtra, avrà come obiettivo quello di agevolare la messa a terra dei progetti del Pnrr. Parallelamente sul tavolo di palazzo Chigi è stato posto anche il dossier energia e si continuano a valutare tutti i possibili scenari in caso di un improvviso stop delle forniture di gas da Mosca. Secondo quanto si apprende da fonti di governo, quello di domani dovrebbe essere un dl snello dedicato solo al Pnrr, mentre tra un paio di settimane potrebbe prendere vita un testo definito ‘post-Def’, che andrebbe ad affrontare ulteriori aiuti alle famiglie in caso di necessità.

E alla grana fisco si aggiunge anche quella della riforma del Csm. Il testo è bloccato in commissione Giustizia alla Camera, con la Lega che non arretra e rallenta i lavori. Oggi, poi, la stroncatura di Matteo Renzi che, senza filtri’, boccia il testo: “Sulla riforma del CSM, siamo gli unici che non voteranno a favore. Voglio essere molto chiaro: l’azione di Bonafede era dannosa, quella della Cartabia semplicemente inutile. Dunque, un grande passo in avanti. Ma il vero problema dello strapotere delle correnti e del fatto che chi sbaglia non paga mai, con la riforma Cartabia non si risolve”.

Parole che hanno fatto saltare sulla sedia Carla Calenda: “Matteo questa posizione è sbagliata e anche paradossale visto che a prenderla è Cosimo Ferri, una persona di qualità, ma non propriamente estranea alle correnti del Csm e al sistema Palamara. Fate le persone serie. Tutta la magistratura sta cercando di affossare la riforma”. Anche le nuove regole per palazzo dei Marescialli sono attesa in aula subito dopo Pasqua e senza una accelerata sarà difficile centrare l’obiettivo. Pure questo dossier, insomma, sembra destinato a finire sul tavolo di Draghi, due matasse difficili da sbrogliare, con una crisi di governo che – confidano voci della maggioranza – “in realtà non vuole nessuno”.(LaPresse)

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