Grazzanise, interdittiva antimafia per Carlino

Il provvedimento della Prefettura di Caserta impedirà al suo caseificio di rifornire enti pubblici

Salvatore Carlino e Francesco Zagaria

GRAZZANISE – Interdittiva antimafia per l’imprenditore Salvatore Carlino. Ad emettere il provvedimento, che gli impedisce di poter lavorare con le pubbliche amministrazioni, è stata la Prefettura di Caserta. Il 53enne di Brezza è il titolare del caseificio, che porta il suo cognome, con sede a Santa Maria La Fossa. Parte delle mozzarelle che produce viene venduta anche ad alcuni dipartimenti dello Stato, ma con l’interdittiva incassata ora non potrà più farlo.

La condanna

Tra gli elementi che hanno spinto l’Ufficio territoriale di governo ad emettere la misura preventiva c’è la recente sentenza di primo grado con cui l’imprenditore è stato dichiarato colpevole di riciclaggio con l’aggravante mafiosa: è stato condannato a 4 anni e 4 mesi. Stando alla tesi della Dda di Napoli, avrebbe gestito, fino al 2012, una bisca clandestina con Paolo Gravante, anche lui condannato per riciclaggio, e Francesco Zagaria, alias Ciccio ‘e Brezza, all’epoca riferimento della cosca diretta da Michele Zagaria nel Basso Volturno. Carlino avrebbe ricevuto somme di denaro ‘sporco’ dal ras (dal 2019 collaboratore di giustizia) che venivano immesse nella bisca e successivamente reincassate “pulite” attraverso assegni emessi da chi si sedeva ai tavoli verdi. Condotte che, secondo i magistrati, agevolavano la mafia locale. Parte dei proventi sarebbe finita nelle mani degli Schiavone e nelle casse della gang casapesennese.

L’uomo di fiducia

Ciccio ‘e Brezza con il pm Maurizio Giordano, durante gli interrogatori resi da collaboratore di giustizia, ha parlato più volte del rapporto avuto con Carlino, un’intesa che andava ben oltre all’affare bisca: lo ha indicato come un suo uomo di fiducia, consapevole del peso mafioso che aveva nel clan. Anche l’attività intercettiva dei carabinieri, svolta durante l’inchiesta che ha fatto scattare la condanna, ha evidenziato presunti rapporti tra Carlino e altri esponenti della cosca. L’imprenditore di Brezza, secondo gli investigatori, negli anni Novanta ha provveduto a fornire vettovagliamento e ricovero a Michele Zagaria e ad Antonio Mezzero. La circostanza emerge da una conversazione tra Carlino e  Paolo Gravante, datata  2012.

L’intercettazione

All’amico l’uomo d’affari di Brezza racconta che, durante il periodo in cui molti affiliati del clan erano latitanti, una mattina aveva portato dei cornetti presso un loro rifugio dove avrebbe dovuto trovare Raffaele Caianiello e un altro ‘fuggiasco’.  Ed invece in quello stesso luogo erano presenti 9 ricercati, tra cui Zagaria, Mezzero, Antonio Iovine e Francesco Schiavone Cicciariello. C’erano solo due letti, gli altri dormivano su dei materassi disposti sul pavimento. La sentenza, le intercettazioni e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno spinto la Prefettura a ritenere che nell’attività imprenditoriale di Carlino possa infiltrarsi la mala locale. Contro l’interdittiva il brezzano potrà presentare ricorso al Tar. 

Bisca del clan dei Casalesi, 4 condanne. Assoluzione per la moglie di Mezzero

“Carlino ha favorito la latitanza del boss”. Il racconto del blitz fallito nel 1997…

Zagaria: ‘Il tesoro del boss è al sicuro’. La riunione con Fulco raccontata dalla…

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome