Caso Gregoretti: “Voteremo su Salvini il 20 Gennaio”. La decisione sei giorni prima delle Regionali preoccupa il Pd. Polemiche sulla scelta della Casellati

I dem non danno sicurezza sulla propria presenza nella Giunta: "Non so se ci saremo, ne ragioneremo. Di sicuro si riunisce in modo illegittimo" ha specificato il capogruppo dem Andrea Marcucci

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Il 20 Gennaio la Giunta per le immunità al Senato voterà per l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini (per sequestro di persona in merito al no allo sbarco immediato dei migranti dalla Gregoretti quando il leghista era capo del Viminale). Lo ha deciso la Giunta per il regolamento che ha approvato l’ordine del giorno del centrodestra per avere un verdetto sei giorni prima del voto in Emilia Romagna e in Calabria.

Ad esprimere parere favorevole alla calendarizzazione è stata anche la presidente del Senato Casellati.

La polemica

Il Pd non dà sicurezza sulla propria presenza nella Giunta del 20 Gennaio: “Non so se ci saremo, ne ragioneremo. Di sicuro la Giunta si riunisce in modo illegittimo” ha specificato il capogruppo dem Andrea Marcucci.

“La cosa più grave – ha continuato il politico – è che noi avevamo proposto che si riunisse oggi per completare il nostro lavoro ma evidentemente questa cosa non era di gradimento così hanno optato per un colpo di mano che riteniamo gravissimo. Siamo preoccupati per la democrazia”.

Anche la capogruppo del Misto, Loredana De Petris, all’uscita della riunione ha spiegato tutto il suo disappunto: “È molto grave che cinque minuti prima si stabilisca che il termine è perentorio e dopo 5 minuti, non dopo un giorno, si procede a stabilire che il termine non è perentorio e quindi si può assolutamente derogare. Questo è successo dopo che la presidente Casellati ha più volte affermato che lei non avrebbe partecipato al voto per la Giunta. Invece, ha fatto una scelta che non possiamo non considerare di parte, questo non ce lo saremmo mai aspettati”

La difesa della Casellati


La Casellati respinge le accuse mosse da chi mette in discussione la terzietà della sua azione: “Non si può essere terzi solo quando si soddisfano le ragioni della maggioranza e non esserlo più, quando si assumono decisioni che riguardano il corretto funzionamento del Senato”, ha fatto sapere il presidente del Senato.

“Il presidente non ha votato sulla proposta dell’opposizione – continua – circa la perentorietà del termine previsto per le autorizzazioni a procedere a carico di ministri, così come non ha votato sulla proposta della maggioranza di assimilare alle commissioni permanenti gli organi del Senato aventi natura giuridica diversa da quelli delle stesse commissioni”. Inoltre “Solo ed esclusivamente per contemperare diverse previsioni del regolamento altrimenti confliggenti tra loro (artt. 29 e 135 bis), si è espressa a favore di una proposta avanzata da un singolo componente della Giunta, al fine di garantire la mera funzionalità degli organi del Senato”.

Il centrosinistra tema che il sì al processo per Salvini possa dare una spinta al centrodestra alle Regionali in Emilia Romagna: è per tale ragione che voleva decidere sul punto ad urne chiuse. La notizia che il leader della Lega per non aver detto subito sì allo sbarco dei migranti, in linea con la politica adottata dal Viminale in quel periodo, per il Pd potrebbe significare rafforzare il Carroccio.

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