Guaidò invoca l’appoggio dell’Italia

Il presidente ad interim del Venezuela si rivolge al governo italiano

TOPSHOT - Venezuela's National Assembly head Juan Guaido declares himself the country's "acting president" during a mass opposition rally against leader Nicolas Maduro, on the anniversary of a 1958 uprising that overthrew military dictatorship in Caracas on January 23, 2019. - Moments earlier, the loyalist-dominated Supreme Court ordered a criminal investigation of the opposition-controlled legislature. "I swear to formally assume the national executive powers as acting president of Venezuela to end the usurpation, (install) a transitional government and hold free elections," said Guaido as thousands of supporters cheered. (Photo by Federico PARRA / AFP)

MILANO – I 28 Stati dell’Ue non sono riusciti ad approvare una dichiarazione comune di appoggio per il riconoscimento di Juan Guaidò come presidente ad interim del Venezuela. “Non ci sarà una dichiarazione comune”, hanno detto fonti diplomatiche a Europa Press. Questo non ha impedito però ai singoli Paesi di dire la loro: Francia, Austria, Germania, Spagna, Olanda, Svezia, Danimarca e Gran Bretagna hanno annunciato di riconoscere ufficialmente il leader, che è quindi “legittimato” a convocare elezioni presidenziali in Venezuela.

Italia in fase di riflessione

L’Italia, invece, non si è espressa. Secondo una fonte diplomatica dell’Ue, il nostro sarebbe è l’unico Paese a non aver accettato il testo dell’Unione. La testata ricorda che già giovedì l’Italia è stata l’unico Paese a respingere una formula di compromesso nell’Ue, perché il blocco riconoscesse implicitamente Guaidò, accettando che l’oppositore lavorasse per nuove elezioni “in virtù della sua capacità istituzionale come presidente dell’Assemblea nazionale”.

Obiettivo chiaro

“Bisogna uscire da questa crisi con presidenziali completamente legittime”, ha dichiarato il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, affermando che “solo elezioni libere possono permettere di avere un’autorità e una democrazia ritrovate”. Guaido ha “un obiettivo chiaro”, che è “convocare elezioni nel minor tempo possibile, elezioni libere, democratiche, con garanzie e senza esclusioni, in cui i venezuelani decidano il loro futuro senza paura, senza pressioni, senza minaccia”: così ha dichiarato Pedro Sanchez. Per il premier spagnolo è “esclusivamente il popolo del Venezuela che deve decidere il suo futuro” e la “comunità internazionale deve rispettare il risultato del processo democratico e verificarlo”.

Gaido chiama l’Italia

 Juan Gaido invoca ancora una volta l’appoggio italiano. “Faremo tutto quello che è possibile affinché il governo italiano aggiunga il suo appoggio, per noi importantissimo, al resto dell’Unione Europea. Nella grande manifestazione di domenica si sono espressi sul palco vicino a me anche i rappresentanti della grande comunità italo-venezuelana. Spero che il governo italiano ascolti con attenzione il loro messaggio”.  “Se i governi europei vogliono contribuire a fermare tutto questo devono muoversi in blocco affinché le forze che sostengono Maduro sentano tutto il peso della pressione diplomatica e politica dell’Europa”, ha aggiunto Guaidò. Sulla creazione di un gruppo di contatto proposta da Messico e Uruguay Guaidò è chiaro: “Tutte le forze democratiche venezuelane pensano che le possibilità di dialogo con il governo di Maduro si siano esaurite”.

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