Il bunker di Zagaria alimentato con corrente ‘rubata’, nei guai la moglie di Vincenzo Inquieto

Processo per Rosaria Massa. Ieri in aula è stato interrogato l’ispettore D’Iorio del posto fisso di Casapesenna

CASAPESENNA – E’ stato l’ultimo nascondiglio del boss Michele Zagaria. In via Mascagni, sotto la casa di Vincenzo Inquieto, il padrino del clan ha trascorso gli sgoccioli della latitanza. E la corrente che alimentava il suo bunker hi-tech, secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere, veniva ‘rubata’ all’Enel.

Per quell’allaccio abusivo è finita sotto processo Rosaria Massa, moglie di Inquieto, vivandiere del boss.

L’interno del covo dove è stato catturato Michele Zagaria
L’udienza

La donna, assistita dall’avvocato Pasquale Davide De Marco, è a giudizio dinanzi al giudice Alessia Stadio. Ieri in aula è stato interrogato l’ispettore D’Iorio del posto fisso di Casapesenna.

Il poliziotto, scoperto il presunto allaccio abusivo di corrente, ha riferito al tribunale che i proprietari dello stabile gli raccontarono di aver dato la casa a Massa. Il contatore era intestato ad un soggetto deceduto.

La strada del bunker di Michele Zagaria
I misteri del bunker

Nonostante siano trascorsi più di otto anni dall’arresto di Zagaria, il capitolo sulla sua latitanza non è ancora chiuso: dalle protezioni ai viaggi all’estero.

Quel periodo resta caratterizzato da vuoti che la Dda, anche grazie ai recenti ‘pentimenti’ di affiliati, sta cercando di colmare.

Intanto si cerca di far luce sulla ‘corrente’ che alimentava il nascondiglio di Capastorta. Il processo a carico di Rosaria Massa riprenderà a giugno. Prima della requisitoria del pm, la donna si sottoporrà all’esame: risponderà alle domande di accusa e del suo avvocato.

Le dichiarazioni di Restina

La Massa è stata tirata in ballo in diverse occasioni anche da un altro vivandiere del boss, Generoso Gerry Restina, divenuto collaboratore di giustizia.

Il pentito ha sostenuto di aver avuto accesso ad alcuni pizzini che scriveva il capoclan. Su quei bigliettini erano annotate informazioni importanti, fondamentali per il clan: come i nomi di politici vicini alla cosca e di imprenditori collusi. Tra le carte che il boss faceva smistare a Restina, però, c’erano anche messaggi d’amore. “Posso riferire che Michele Zagaria e la famiglia di Vincenzo Inquieto – ha dichiarato alla Dda il pentito – avevano rapporti quasi fraterni. In relazione a Rosaria Massa (la moglie di Inquieto, ndr.), invece, sono stato testimone diretto di un biglietto dal contenuto esplicitamente amoroso e addirittura romantico inviatole da Zagaria nel giugno 2006”.

Gioielli e pizzini d’amore di Zagaria. I bigliettini scritti dal boss letti da Restina. Nelle mani della Dda i nomi di imprenditori e politici

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