Il monito del guru Grillo a Di Maio: “Ti blindo, ma tu ora viri a sinistra”

Fa sentire la sua presenza il padre fondatore del Movimento, Beppe Grillo. E lo fa redarguendo il figliol prodigo mettendolo sulla dritta via. Niente più ‘sbandamenti’ lungo il percorso, ma la rotta e ben definita: si punta a sinistra, al Pd anche sul territorio

Foto LaPresse - Andrea Panegrossi

ROMA – “Ti blindo, ma tu ora viri a sinistra”: è il monito del guru Grillo a Di Maio. Ora si fa come dico io, in parole povere il contenuto del messaggio che il fondatore del Movimento ha voluto inviare al figlio prediletto. Il Pd è la strada da perseguire anche sul territorio, senza sé e senza ma, per cui si ritorna all’alleanza.

La storia alle spalle

Torna così in campo Beppe Grillo, dopo due anni di ‘morte’ apparente. E ritorna disegnando la strada maestra. Sente odore di disfatta, della fine di un percorso iniziato molto bene 10 anni fa e che sta per concludersi male. Con una vera e propria implosione dai vertici alla base degli iscritti. Ecco perché torna in cabina di regia, guardando al Pd quale male minore e ai problemi del Movimento. Si cambia dunque, annuncia il fondatore: i tempi sono diversi così come programmi e progetti, se si vuole sopravvivere.

La tutela

Grillo sa fin troppo bene che la figura di Di Maio non è ben vista all’interno del Movimento. Ma deve fare buon viso e cattivo gioco. Ecco perché lo richiama all’ordine e gli detta consigli sul da farsi. Per cui Di Maio resta al suo posto, almeno per ora, ma sotto la sua ala protettrice. O meglio, sotto la sua stretta volontà in modo da non commettere ulteriori passi falsi. E Di Maio non può che accattare, con il suo solito sorrisino. Offre così la propria piena disponibilità e Grillo acconsente. Anche se Alfonso Bonafede, non sembra proprio d’accordo e chiede di “cambiare pagina”.

Il patto col Pd

E’ il progetto di Bebbe Grillo: una vera e propria alleanza con quello che chiamavano partito di ‘Bibbiano’ da praticarsi anche sul territorio, così come avvenuto nelle segrete stanze di Palazzo Chigi. Tutto sta nel convincere il Movimento. Il voto su Rousseau non è proprio così fondamentale. Certo è che il disorientamento è totale. “Siamo sconcertati – dice il senatore di Sassuolo Gabriele Lanzi – non capisco perché, se Grillo e Di Maio vogliono l’alleanza con il Pd, non lo dicano apertamente. Io non ho preclusioni ma vorrei chiarezza. E, come me, molti altri”. Ma la chiarezza non sembra di casa dalle parti del M5S.

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