Industria, Csc conferma la ripresa. Effetto Cig sulle buste paga

Confindustria conferma il rimbalzo per la produzione industriale e rassicura sui rischi legati alle varianti Covid sulla crescita, continuando a nutrire fiducia su una ripresa robusta.

Foto Ufficio Stampa Confindustria/

ROMA – Confindustria conferma il rimbalzo per la produzione industriale e rassicura sui rischi legati alle varianti Covid sulla crescita, continuando a nutrire fiducia su una ripresa robusta. E’ quanto emerge dalla periodica indagine rapida condotta dal Centro Studi Confindustria che segnala come la produzione abbia recuperato in giugno (+1,3%) dopo il calo di maggio (-1,5%). Positivo anche l’andamento su base periodica. “La produzione industriale italiana – si legge nell’indagine – conferma le attese positive e cresce nel secondo trimestre (+1,1%) con una dinamica analoga a quella rilevata nel primo”. Il sostegno, osserva Confindustria, viene soprattutto dalla domanda interna che favorita dall’allentamento delle misure di contenimento del Covid-19 vede ripartire la spesa delle famiglie, “la componente finora più debole della domanda e tassello mancante nel puzzle della crescita”.

Ma soprattutto, osserva Confindustria, restano positive le aspettative complessive malgrado l’accelerazione dei contagi legate a singole varianti. “Le attese degli imprenditori – scrive il Csc – sono ancora favorevoli, nonostante la variante ‘Delta’ rischi di frenare i progressi nel contenimento del contagio”.

I danni legati al Covid e al massiccio ricorso alla cassa integrazione hanno invece avuto ripercussioni pesanti sulle buste paga dei lavoratori italiani. In particolare, secondo un’analisi condotta dalla Uil, nelle tasche dei dipendenti sono venuti a mancare nei primi cinque mesi dell’anno 2,3 miliardi di euro, al netto dell’IRPEF nazionale e delle addizionali regionali e comunali.

Alla Lombardia va il primato della maggior perdita delle retribuzioni nette, pari al 22,2% del totale nazionale (504 milioni di euro), seguita dal Lazio dove i cassaintegrati perdono oltre 299 milioni di euro netti, dal Veneto (205 milioni di euro netti) e dalla Campania (189 milioni di euro netti).

Ma quanto incide questa perdita sulle singole retribuzioni mensili dei dipendenti? “Tra riduzione dello stipendio e mancati ratei 13° e 14° – spiega Ivana Veronese, segretaria Confederale UIL, in cinque mesi le buste paga si sono alleggerite mediamente del 19%”. A fronte di circa 1,4 miliardi di ore di cassa integrazione autorizzate nei primi cinque mesi del 2021, i beneficiari hanno perso, mediamente fino a qui, 3.185 euro netti.

Se questo è lo scenario la Uil chiede rapidi interventi da parte del Governo. “Nella riforma più complessiva degli ammortizzatori sociali che il Governo si appresta a varare – sottolinea Veronese – oltre che rendere universale lo strumento e legarlo a politiche attive, si pone la necessità della revisione dei tetti massimi del sussidio delle integrazioni salariali e la loro rivalutazione, che dovrebbe essere ancorata agli aumenti contrattuali e non soltanto al tasso di inflazione annua”.

LaPresse

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