L’Istat taglia la stima sul Pil del 2018. Ma con la manovra saliranno i consumi

Per l'istituto di statistica, il prodotto interno lordo in termini reali crescerà quest'anno solamente dell'1,1% in termini reali

MILANO (AWE/LaPresse) – Non sono troppo rosee ‘Le prospettive per l’economia italiana nel 2018-2019’ alle quali l’Istat dedica un documento di previsione. Per l’istituto di statistica, il prodotto interno lordo in termini reali crescerà quest’anno solamente dell’1,1% in termini reali. Dato rivisto rispetto al +1,4% previsto a maggio e in rallentamento rispetto al +1,6% messo a segno nel 2017. Un passo che, seppure con una leggera accelerazione, l’espansione economica non dovrebbe riconquistare nemmeno l’anno successivo, quando dovrebbe portarsi sul +1,3%.

I dati rilevati dall’Istat sull’economia italiana

“Se le dinamiche sono quelle segnalate e la nostra economia continua a registrare tassi di crescita tra i più bassi d’Europa”, osserva Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti. Guardando ai dati Istat di oggi, l’associazione imprenditoriale segnala in particolare come a preoccupare sia la decelerazione dei consumi. Che si attestano a un debole +0,9% dal +1,5% dello scorso anno, mentre giudica “più positivi” i dati relativi alla disoccupazione, data in calo al 10,5% quest’anno e al 10,2% nel prossimo.

Manovra, aumenta la capacità d’acquisto

A contribuire alla causa dei consumi – che nell’anno in corso anche a detta del Codacons presentano “un dato insoddisfacente ai fini della ripresa economica” – dovrebbe però essere la manovra. Gli esperti dell’istituto ritengono infatti che la spesa delle famiglie dovrebbe registrare nel 2019 una crescita al +1,2%. Proprio per effetto delle politiche di sostegno ai redditi previste dalla legge di Bilancio.

Gli effetti della manovra sul Pil

Se poi il reddito di cittadinanza si concretizzasse si un aumento dei trasferimenti pubblici pari a mezzo punto del Pil, questo porterebbe nei primi anni a un aumento medio del prodotto interno lordo che dovrebbe andare dai due ai tre decimi di punto rispetto allo scenario base. Uno sguardo in prospettiva è rivolto infine anche agli effetti di un eventuale peggioramento delle condizioni del mercato del credito. Determinato da un aumento dei tassi d’interesse.

Nel primo anno, scrive l’Istat, a una stretta di 100 punti base corrisponderebbe un peggioramento del Pil dello 0,7%. Un tema che non si presenterà comunque per diversi mesi: i piani della Bce non prevedono infatti rialzi dei tassi almeno fino alla fine dell’estate 2019.

di Marco Valsecchi

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