Iva, Codacons: “Le stime Istat sono troppo prudenziali”

"Se scatteranno le clausole di salvaguardia occorrerà mettere in conto non solo gli effetti diretti sui prezzi al dettaglio ma anche quelli indiretti", ha affermato il presidente Rienzi

MILANO – Le stime dell’Istat sugli effetti di un possibile aumento dell’Iva per i consumi sono giudicate dal Codacons eccessivamente prudenziali. E in contrasto con altri studi di settore.

Aumento dell’Iva, le stime dell’Istat

“Una contrazione dei consumi dello 0,2% per effetto delle maggiori aliquote non appare realistico. E lo dimostra l’esperienza del passato, quando i passaggi dell’Iva dal 20 al 21% nel 2011 e dal 21 al 22% nel 2013 hanno determinato un tracollo della spesa da parte delle famiglie, ancora lontana dall’essere recuperata”, afferma il presidente Carlo Rienzi. In base ai calcoli del Codacons, si legge in un comunicato, le nuove aliquote Iva produrranno a regime una riduzione dei consumi del -0,7%. E, inoltre, una minore spesa da parte delle famiglie pari a 27,5 miliardi di euro.

Il Codacons lancia l’allarme

Il presidente Rienzi ne ha evidenziato gli effetti. “Se scatteranno le clausole di salvaguardia con conseguente aumento dell’Iva occorrerà mettere in conto non solo gli effetti diretti sui prezzi al dettaglio. Ma anche quelli indiretti, a partire dall’incremento dei costi di trasporto per le merci che viaggiano su gomma. Nonché i maggiori costi a carico di imprese e industrie, che saranno scaricati sui consumatori finali”, conclude Carlo Rienzi.

(AWE/LaPresse)

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