Juve, accordo per il taglio degli stipendi. Ceferin: “Tre piani per ripartire”

Mentre i vertici del calcio continuano a valutare gli scenari futuri e i piani per fronteggiare l'emergenza Covid-19, dalla Juventus arriva un segnale fortissimo.

TORINO – Mentre i vertici del calcio continuano a valutare gli scenari futuri e i piani per fronteggiare l’emergenza Covid-19, dalla Juventus arriva un segnale fortissimo. Il club bianconero ha raggiunto un’intesa con il tecnico Sarri e i giocatori sul taglio degli stipendi, uno dei temi caldi del momento sul fronte delle misure anticrisi. E’ il primo club in Italia ad annunciarlo. I colloqui portati avanti nei giorni scorsi, dunque, hanno dato i loro frutti: nessuno scontro. A farsi portavoce dello spogliatoio nella trattativa con la società è stato Giorgio Chiellini, con il prezioso aiuto dei senatori. L’intesa, comunica il club bianconero, prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Nelle prossime settimane saranno perfezionati gli accordi individuali con i tesserati, come richiesto dalle normative vigenti. E la Juve fa sapere anche il totale di quanto risparmierà: circa euro 90 milioni sull’esercizio 2019/2020, più o meno un terzo del monte ingaggi complessivo. Viene precisato che “qualora le competizioni sportive della stagione in corso riprendessero, la società e i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della ripresa e dell’effettiva conclusione delle stesse”. Il club bianconero ringrazia calciatori e allenatore “per il senso di responsabilità dimostrato in un frangente difficile per tutti”.

Le considerazioni degli altri club

E nei prossimi giorni l’esempio della Juventus potrebbe essere seguito anche dagli altri club. Lunedì, intanto, la Lega Serie A dovrebbe presentare all’Assocalciatori il piano collettivo per la sospensione dei pagamenti relativa al periodo in cui il campionato resterà fermo. Ma è possibile che alla fine si vada verso accordi personalizzati a seconda delle situazioni delle squadre. Di certo c’è che la misura, ormai, viene valutata dai club di tutta Europa, ‘corazzate’ comprese. Come il Barcellona, che sta andando ormai allo scontro con Messi e compagni che hanno già detto un primo ‘no’ alla richiesta di taglio stipendio per venire incontro alle esigenze economiche del club. Vicenda che ovviamente non si è conclusa: il Barcellona ha già passato la palla al dipartimento del Lavoro della Catalogna. Intanto, le forbici blaugrana si abbattono sulla mitica ‘cantera’: gli stipendi saranno tagliati del 30 per cento. Una misura che riguarda sia l’intero personale del Barcellona B e delle due squadre giovanili, A e B e che si estenderà per tutta la durata dello stato di emergenza. La riduzione degli stipendi è tema affrontato anche in Ligue 1, dove alcuni club hanno già messo in atto la disoccupazione parziale. La Lfp, la Lega calcio transalpina, è compatta sulla proposta di tagliare i salari di circa il 50% al lordo. E della questione ha parlato anche Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa, in un’intervista a ‘Repubblica’: “I contratti sono tra giocatori e club. Ma di questa crisi tutti soffriremo le conseguenze. Non c’è spazio per gli egoismi: vedremo quanta solidarietà c’è. Molti giocatori sono d’accordo”. Il numero uno del calcio europeo è impegnato a tutto campo nella più grande sfida che il pallone ha mai affrontato. “In questo momento drammatico la cosa più importante è la salute, uscire da questa crisi. Certo, il calcio interrotto simboleggia che l’Europa e il mondo si sono fermati”, ha spiegato. Assicurando che la Uefa non si fa trovare impreparata all’emergenza: “Abbiamo il piano A, B o C: siamo in contatto con le leghe, con i club, c’è un gruppo di lavoro”.

Quando riparte il campionato?

Sulla ripresa ci sono tre opzioni: “Ricominciare a metà maggio, a giugno o anche alla fine di giugno. Poi, se non ci riusciamo, probabilmente la stagione è persa. C’è anche la proposta di finire questa stagione all’inizio della prossima, che comincerebbe un po’ più tardi. Vedremo la migliore soluzione per leghe e club. Campionati nazionali la priorità? Se i club iniziano a giocare, anche noi possiamo finire le coppe. Si possono sfruttare le stesse date”. “Se i campionati d’estate comporterebbero deroghe a contratti e mercato? Sui contratti tra giocatori e club non abbiamo giurisdizione”, ha chiarito Ceferin. “Se la stagione ricominciasse, servirebbe un compromesso: che i contratti scadano più avanti e che il periodo per i trasferimenti slitti”. Riguardo l’ipotesi di una ripresa dei campionati senza pubblico, “mi è difficile immaginare tutte le gare a porte chiuse, ma ora non sappiamo se riprenderemo, col pubblico o senza. Se non ci fosse alternativa – ha sottolineato – sarebbe meglio finire comunque i campionati. Posso dire che non penso alle finali delle coppe europee a porte chiuse”. Tanta incertezza, ma una solida speranza: “Mi aspetto che il calcio porti energia positiva, speranza. Il mondo ne ha bisogno. È una scuola di vita. Rende felici le persone. Quando vedranno che si gioca di nuovo, con gli spettatori, sentiranno di vivere di nuovo la loro vita. Spero – ha aggiunto il capo della Uefa – che nessuno dimentichi che cosa è successo: non solo nel calcio, ma nel mondo. È una lezione: in futuro dovremo comportarci diversamente”.

Di Attilio Celeghini

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome