Khashoggi, la Turchia: le condanne di Riyad sono lontane dal rendere giustizia

Il giornalista che scriveva per il Washington Post, è stato ucciso nel consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul il 2 ottobre del 2018 da una squadra saudita

Security guards stand outside the entrance of the Saudi Arabia's consulate in Istanbul, on October 12, 2018. - A Saudi delegation has arrived in Turkey for talks on missing journalist Jamal Khashoggi, officials said on October 12, with Riyadh and Ankara sharply at odds over how he disappeared last week from the kingdom's Istanbul consulate. (Photo by Yasin AKGUL / AFP)

ANKARA – Le decisioni del tribunale saudita che, nell’ambito del processo per l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, ha condannato a morte cinque persone esentando dalle accuse due dei principali sospettati, sono “lontane dal rispondere alle attese del nostro Paese e della comunità internazionale per chiarire tutti gli aspetti dell’omicidio e per fare giustizia”. Lo afferma il ministero degli Esteri della Turchia. Ankara sottolinea anche che aspetti chiave dell’omicidio. Compreso il luogo in cui il corpo di Khashoggi è stato trovato sono stati “lasciati al buio”.

L’assassinio del giornalista Khashoggi

Khashoggi, 59 anni, che scriveva per il Washington Post, è stato ucciso nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul il 2 ottobre del 2018 da una squadra saudita composta da 15 uomini. Che lo ha strangolato e ha fatto a pezzi il suo corpo. I resti del corpo non sono mai stati trovati. La Corte saudita ha condannato a morte oggi cinque persone per l’omicidio, imponendo anche tre lunge condanne detentive. E assolvendo invece gli altri tre incriminati nel caso, compreso il sospettato Saoud al-Qahtani, consigliere vicino al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.

(LaPresse/AFP)

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