La crisi siriana, l’Europa e il prezzo da pagare per l’Italia

In arrivo nuove ondate di profughi, sbarcheranno sulla Penisola

File photo dated 27/01/17 of Prime Minister Theresa May and US President Donald Trump who have agreed that the use of chemical weapons must not go unchallenged after the Prime Minister won the backing of her Cabinet for action to prevent their further use in Syria. PRESS ASSOCIATION Photo. Issue date: Friday April 13, 2018. The two leaders also said there was a need "to deter the further use of chemical weapons by the Assad regime", as they pledged to work together on the international response to the suspected chemical weapons attack. See PA story POLITICS Syria. Photo credit should read: Stefan Rousseau/PA Wire

di Domenico Palmiero

Attacco Usa alla Siria, il presidente Donal Trump frena dopo le ‘bordate’ sui missili in arrivo lanciate, solo e per fortuna, su Twitter. E se è vero, come hanno fatto notare molti osservatori internazionali, che la mossa di Trump era essenzialmente diretta al suo elettorato interno, è pur vero che avrebbe potuto provocare un’escalation militare difficile da controllare e della quale non si possono valutare appieno tutti gli effetti e le conseguenze. La ‘grande protettrice’ e alleata del regime di Bashar al-Assad, la Russia di Putin, ha già attivato le batterie antimissile. Cosa che si appresta a fare anche la potenza regionale amica del regime siriana, l’Iran. Mentre la Turchia di Erdogan, pur annoverando il regime di Damasco tra i propri nemici, si è sfilata dall’intervento diretto in territorio siriano. E l’Europa? La Gran Bretagna di Theresa May è pronta ad affiancare, come sempre, l’alleato americano. Così come la Francia. Addirittura il presidente transalpino, Emmanuele Macron, sostiene di aver le prove che il regime di Assad abbia utilizzato armi chimiche a Douna. Una dichiarazione che, in verità, ricorda quella dell’ex segretario di Stato Usa Colin Powell quando alle Nazioni Unite affermò di avere le prove che Saddam Hussein fosse in possesso di armi di distruzione di massa. In realtà era tutta una menzogna. Ma bastò a scatenare la guerra contro l’Iraq. La Germania della cancelliera Angela Merkel ha già reso noto la indisponibilità dell’esercito tedesco. Idem il premier italiano Paolo Gentiloni, in carica per gli affari correnti fino alla formazione del nuovo governo. Però. Però l’Italia ha reso disponibile la base di Sigonella per i raid alleati e non solo. Sigonella, infatti, è la base Usa più importante nel Mediterraneo, atteso che nel Mare Nostrum non ci sono di stanza truppe statunitensi in grado di sostenere, da sole, l’attacco alla Siria. Insomma, volente o nolente l’Italia è in prima linea. E, a questo riguardo, suonano inquietanti le parole del ministro degli Esteri russo Lavrov: “Il conflitto in Siria porterà nuove ondate di profughi in Europa”. E dove approderanno? In Spagna? Nella Francia che respinge donne incinte? In Germania? In Gran Bretagna? Nei Paesi dell’Est che hanno alzato i muri? Ovviamente no. Giungeranno in Italia. Prepariamoci a pagare il prezzo della guerra di Trump, May e Macron.

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