La legge sulle intercettazioni verrà rinviata dal governo Conte

Bonafede è contrario al depotenziamento di tale strumento

Roberto Monaldo / LaPresse in foto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede
di Dario Borriello

ROMA (LaPresse) – La scure del ministro della Giustizia si abbatte sulla riforma della legge sulle intercettazioni. Entro luglio un decreto del governo Conte rinvierà l’entrata in vigore delle norme volute dall’ex Guardasigilli, Andrea Orlando. Ciò, in modo da concedere tempo a sufficienza al suo successore per smontarla pezzo per pezzo. Dopo aver ascoltato i suggerimenti di tutti le parti che ruotano attorno al sistema giudiziario.

Alfonso Bonafede, sin dalla scorsa legislatura, aveva espresso un parere assolutamente negativo al testo che portava la sigla dell’esponente Pd. E ora che ne ha preso il posto a largo Arenula ha finalmente gli strumenti per archiviarla definitivamente. “Dal nostro punto di vista l’entrata in vigore sarebbe gravissima. Sia per la lotta alla corruzione che per la salvaguardia di tutti i diritti di chi è coinvolto in un’indagine, imputati e Stato”, spiega il neo ministro in Parlamento. Questo strumento, ammonisce, “in alcun modo deve essere oggetto di depotenziamento”.

Esponendo le linee guida della sua azione politica, Bonafede più volte indica il perimetro entro il quale si muoverà: il ‘contratto’ di governo sottoscritto con la Lega

Nel quale sono presenti diversi cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle, come il Daspo per i corrotti e l’agente sotto copertura. Del resto la lotta alla corruzione resta “l’architrave” dell’esecutivo, dunque servivano “non solo parole innovative, ma vere e proprie rivoluzioni”. L’impegno “è fornire supporto alle attività di indagine”, sottolinea il ministro. Invitando però a “non confondere questa figura con quella dell’agente provocatore”.

O ancora l’interruzione dei termini della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Anche se la misura è ancora in fase di studio per comprendere “gli effetti, positivi e negativi, di una soluzione di questo tipo”. C’è ampio spazio anche per le proposte della Lega (e del programma di centrodestra) nell’agenda del ministro della Giustizia. Ad esempio la legittima difesa, che rientra tra le priorità. Soprattutto per “eliminare le zone d’ombra che rendono difficile e complicato” al cittadino “dimostrare che si è agito” per la salvaguardia dell’incolumità personale e della propria famiglia.

Un dossier sarà dedicato, inoltre, al “superamento del meccanismo delle porte girevoli tra politica e magistratura, tra Parlamento e aule giudiziarie”, puntualizza Bonafede

Perché “un magistrato che decide legittimamente di impegnarsi per la gestione della Cosa pubblica, deve essere consapevole che non potrà tornare a esercitare la funzione giudiziaria”. Altrimenti “ne risulterebbe menomata l’immagine di terzietà”.

A via Arenula non è ancora stato stabilito, invece, se per la riforma del 416 ter, nella parte che sanziona il voto di scambio, sia meglio un’iniziativa parlamentare o di governo. “Dobbiamo ancora decidere”, rivela. La promessa di Bonafede, però, è che sugli argomenti ‘bollinati’ come prioritari “si interverrà entro l’autunno”. Mentre “per le riforme strutturali, con investimenti sulle risorse, aspettiamo i tempi della Finanziaria”.

 

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