La ricetta di Conte: nuova stretta e proroga dei divieti per contrastare il coronavirus. Slitta il ritorno a scuola

La 'war room' di palazzo Chigi è in sostanza in riunione permanente, il premier sente continuamente i ministri, il capo della protezione Civile e il commissario all'emergenza per essere aggiornato e ragionare sul da farsi

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse in foto il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

ROMA – Due settimane non basteranno e anzi, potrebbero arrivare tempi ancora più difficili. La sera dell’11 marzo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato agli italiani l’adozione di una serie di misure restrittive, il ‘lockdown’ di negozi e vita sociale per contrastare l’adozione del virus. Ma è ormai evidente che il periodo di ‘quarantena’ degli italiani è destinato a durare ancora: “E’ chiaro che i provvedimenti che abbiamo preso, sia quello che ha chiuso molte delle attività aziendali e individuali del Paese, sia quello che riguarda la scuola, non potranno che essere prorogati alla scadenza”, avvisa il premier. E anzi si valutano nuove restrizioni su orari dei negozi, uscite e trasporti.

Appare inevitabile, per esempio, che le scuole rimarranno ancora chiuse: “Penso si andrà nella direzione di prorogare la data del 3 aprile – conferma il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina – ma in questi giorni cruciali per capire l’andamento del contagio invito tutti alla massima responsabilità”, chiede. E chi è a meno di 100 giorni dall’esame di maturità? “Verranno prese della misure – assicura – Pensiamo a vari scenari a seconda di quando riaprirà la scuola”. In ogni caso “se funzionerà la didattica a distanza non abbiamo motivo di prorogare la fine dell’anno scolastico perché questo significherebbe offendere il lavoro degli insegnanti”.

La ‘war room’ di palazzo Chigi è in sostanza in riunione permanente, il premier sente continuamente i ministri, il capo della protezione Civile e il commissario all’emergenza per essere aggiornato e ragionare sul da farsi. Da più parti – in testa ci sono il governatore del Veneto Luca Zaia e il collega della Lombardia Attilio Fontana viene chiesto di adottare misure ancora più stringenti, in particolare sulle attività produttive e la possibilità di effettuare sport all’aperto. “Stiamo discutendo con il governo”, assicura il numero uno del Pirellone. Altri si sono già mossi senza aspettare Roma: in Campania è vietato fare attività all’aria aperta e allontanarsi troppo dall’abitazione, in Emilia Romagna ci si può solo spostare vicino casa e con tutte le garanzie del caso, in Lazio i pochi negozi aperti – per lo più, supermercati – chiudono entro le 19.

Palazzo Chigi vorrebbe evitare un’ulteriore stretta, ma la sta valutando dopo l’elevatissimo numero di infrazioni, circa 53mila, registrate in tutto il territorio nazionale in 8 giorni di divieti. Conte lo ha ripetuto più volte: non possiamo scegliere in base agli umori e tantomeno le emozioni, c’è un comitato scientifico che fa da guida alle decisioni che spettano alla politica. Ma le nuove misure potrebbero arrivare eccome già venerdì, soprattutto per evitare scene simili a quelle dello scorso weekend, con villa Borghese a Roma o i Navigli a Milano presi letteralmente d’assalto, in barba ai divieti.

Nel frattempo si lavora sulle prossime misure economiche e l’entrata in vigore del ‘Cura Italia’. Su indennizzi e ammortizzatori, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo rassicura: non ci sarà il ‘click day’, il giorno in cui gli autonomi dovrebbero mettersi davanti al computer, compilare il più velocemente possibile la richiesta e cliccare ‘Invia’, nella speranza di essere tra i primi perché i fondi potrebbero esaurirsi. “Le risorse stanziate dal Governo sono sufficienti a coprire l’intera platea dei beneficiari”, sottolinea la ministra, che a breve annuncerà la data a partire dalla quale fare domanda.

(LaPresse) Antonella Scutiero

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