Lavoro, ristoratori milanesi a Di Maio: agevolazioni per chi assume rider

Un credito d’imposta ai ristoratori per incentivare l’assunzione dei rider, con potenziali vantaggi per tutte le parti coinvolte. È la proposta di 'This is not a sushi bar', nota catena di ristoranti milanese specializzata in consegne a domicilio, per Luigi Di Maio in occasione dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico tra Governo, piattaforme di delivery, rider e sindacati.

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse
Milano, 2 lug. (AWE/LaPresse) – Un credito d’imposta ai ristoratori per incentivare l’assunzione dei rider, con potenziali vantaggi per tutte le parti coinvolte. È la proposta di ‘This is not a sushi bar’, nota catena di ristoranti milanese specializzata in consegne a domicilio, per Luigi Di Maio in occasione dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico tra Governo, piattaforme di delivery, rider e sindacati. “Il terzo grande attore, finora non coinvolto nelle trattative, è rappresentato proprio dai ristoratori – spiega Matteo Pittarello, presidente di This is not – che potrebbero delinearsi come la soluzione ai problemi che verranno analizzati e affrontati oggi al MISE. La nostra proposta prende le mosse dalla consapevolezza che i ristoratori italiani, circa 330.000 a fronte di poche decine di piattaforme di delivery, hanno la possibilità, e spesso l’interesse, di assumere personale qualificato per le consegne al fine di migliorare il proprio servizio”. L’idea consiste nell’agevolare i ristoratori, attraverso l’assegnazione di un credito d’imposta, nell’assunzione dei rider interessati al lavoro subordinato. “In questo modo – spiegano gli autori della proposta – si incentiverebbe anche la diffusione della consegna a domicilio in quelle aree del Paese in cui attualmente non sono attivi i servizi di delivery. Potenzialmente, se solo il 10% delle attività assumesse una persona, verrebbero a crearsi 33.000 nuovi assunti, circa tre volte quelli attualmente impiegati dalle piattaforme nei grandi centri urbani”.


la proposta

Secondo gli autori della proposta una politica di agevolazioni andrebbe a vantaggio di tutti: per i rider che vogliono fare della loro attività una professione, diventerebbe possibile accedere ad un contratto con maggiori tutele, mentre chi desidera mantenere una situazione di flessibilità potrebbe rimanere ingaggiato anche dalle piattaforme o svolgere altri lavori occasionali. Inoltre per le piattaforme di delivery si prospetterebbe un sostanziale mantenimento della situazione attuale: rimarrebbe invariato lo stato di quel 70% di consegnatori che non è interessato al lavoro subordinato, mentre ricadrebbe sul ristoratore l’onere di tutelare come un normale dipendente chi è interessato all’assunzione. Per i ristoratori, oltre alle agevolazioni fiscali derivanti dal credito d’imposta, si presenterebbe l’occasione di assumere personale, anche già formato da precedenti esperienze con le piattaforme, che, essendo a tutti gli effetti dipendente, sarebbe impiegabile anche in altre mansioni, con le derivanti possibilità di crescita professionale. Inoltre, rimarrebbe invariata la possibilità di usufruire dei servizi delle piattaforme pur avendo una propria flotta. “Con le agevolazioni e la conseguente regolarizzazione del lavoro – conclude Pittarello – si prospettano un aumento del tasso di occupazione regolare e uno sviluppo di nuovi servizi di consegna a domicilio oggi ancora poco esplorati. Il Ministro ha la possibilità di dimostrare che è arrivato un cambiamento nella gestione delle problematiche più complesse e inedite del mondo del lavoro in Italia”.

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