Dl Dignità, Brunetta: approccio punitivo verso imprese

“Per quanto riguarda il contratto a termine se il decreto fosse questo si conferma ciò che è stato detto in questi giorni e cioè che la norma determina solo un irrigidimento del mercato del lavoro"

Roma, 2 lug. (LaPresse) – “Per quanto riguarda il contratto a termine se il decreto fosse questo si conferma ciò che è stato detto in questi giorni e cioè che la norma determina solo un irrigidimento del mercato del lavoro, la reintroduzione della causale determina nuovamente incertezza ed alimenta contenziosi e certamente non si induce alla stabilizzazione, ma anzi si potrebbe determinare un comportamento inverso. Lo afferma, in una nota, Renato Brunetta, deputato di Forza Italia. Anche l’aumento dei contributi non pare una soluzione convincente, così come l’intervento sulla somministrazione appare confuso. Soprattutto appare senza alcun senso questa limitazione non bilanciata da interventi che prevedano maggiore spazio per lavoro occasionale e lavoro intermittente. Il testo sembra essere molto sbilanciato a punire il comportamento delle imprese (noto anche l’ampliamento del margine per fare ricorso).

i temi

Sul tema delle delocalizzazioni ritengo altrettanto punitivo verso il sistema delle imprese le ipotesi delineate, l’ipotesi di estensione a 5 anni e alcune vaghe definizioni sia relativamente all’attività delocalizzata sia rispetto alle definizioni occupazionali, anche in questo caso il problema potrebbe essere quello di spaventare gli investitori stranieri -sport nel quale mi pare questo Governo si voglia distinguere- perché sono soprattutto questi che potrebbero essere colpiti, ricordando che l’Italia necessita di insediamenti di grandi imprese e di insediamenti nel Mezzogiorno. Senza capitali e investimenti dall’estero difficile vi sia sviluppo. Sarebbe meglio un approccio più incentivante e non di punizione….. autarchia e sovranismo sono pericolosi per l’Italia”.

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