Lega, Salvini: “Io a Mosca? Andrei anche a Kiev”

Le parole del leader della Lega

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse Nella foto: Matteo Salvini, Lega

TORINO – “Allo scoppio della guerra e nei mesi a seguire abbiamo approvato e sostenuto ogni aiuto possibile al popolo ucraino aggredito. Entrati nel quarto mese di guerra, e dopo almeno 30.000 vittime su entrambi i fronti, pensiamo che il prolungarsi del conflitto avrebbe costi enormi in termini di vite, farebbe aumentare in modo drammatico la povertà – anche in Italia – e genererebbe forti squilibri e tensioni nel mondo. È mio dovere fare di tutto per cercare di dare un contributo per il raggiungimento di una pace giusta, usando l’arma più forte: la diplomazia. Un grande padre della nostra Costituzione, Giorgio La Pira, nel momento più critico della guerra fredda, ebbe il coraggio di andare a Mosca per parlare di pace. Di pace parla da sempre Papa Francesco, il ritorno al dialogo lo chiede ormai la grande maggioranza degli italiani, certo per me sarebbe più comodo stare in famiglia”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, in un’intervista a La Stampa sulla sua decisione di andare a Mosca.

Per quanto riguarda un’eventuale tappa a Kiev, Salvini risponde: “Ne sarei felice e sono in contatto con diversi esponenti ucraini, dopo averne ripetutamente incontrato anche ambasciatore e console: sono stato il primo leader italiano ad andare di persona sul confine tra Polonia e Ucraina portando aiuti umanitari, per toccare con mano il dramma dei profughi. Mi fa piacere che il mio esempio sia stato poi seguito da altri”.

Per quanto riguarda le pensioni, Salvini sottolinea che non si tratta di “offensiva ma buonsenso. È inimmaginabile tornare alla Fornero, è impensabile che la notte di Capodanno scatti uno ‘scalone’ di cinque anni, come dicono anche i sindacati: è utile impegnarsi per arrivare a quota 41. Già oggi l’Italia è il Paese con una delle età reali pensionistiche più alte in assoluto, ciò che si dovrebbe fare è separare la previdenza dall’assistenza”. ‘Perché non vi siete associati alla richiesta del M5S di sottoporre Draghi a un voto del parlamento sulla politica estera?’ “Contiamo che non sarà più necessario votare per l’invio di altre armi, non è il momento di dividerci su un tema così delicato”.

(LaPresse)

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